AGI - Tensioni crescenti tra Etiopia e Sudan. I dissidi sono nati a causa della disputa decennale sulla regione di al-Fashqa, al confine con il Tigray - dove, negli ultimi due mesi, Khartoum ha ridispiegato le sue truppe ai confini per evitare sconfinamenti da parte di milizie e agricoltori etiopi - e del fallimento dell’ultimo round di colloqui sulla gestione delle acque del Nilo e del riempimento del bacino della Grande diga del millennio.
Non è un caso che ieri, mentre si registrava l’incidente occorso a un elicottero precipitato all'aeroporto di Wad Zayed nella città di al-Showak, il generale sudanese Abdel Fattah al-Burhan si trovava proprio nella regione di al-Qadarif per ispezionare le truppe di stanza nelle aree di confine. Nelle ultime settimane si sono susseguite una serie di accuse reciproche. Il ministero degli Esteri del Sudan ha dichiarato mercoledì che un aereo etiope ha violato lo spazio aereo del paese. Il ministero l'ha definita “una grave e ingiustificata escalation” che potrebbe ulteriormente tendere i legami con l'Etiopia, avvertendo “gravi conseguenze” e esortando Addis Abeba a “fermare tali attività ostili”.
L'Etiopia, da parte sua, ha anche avvisato il Sudan che “sta perdendo la pazienza” e che non tollererà più il continuo rafforzamento militare del vicino in un'area di confine contesa, nonostante i tentativi di allentare le tensioni con la diplomazia. La disputa decennale su al-Fashqa è esplosa in settimane di scontri tra le forze di entrambe le parti. “La parte sudanese sembra spingersi in modo da infiammare la situazione sul campo - ha detto ai giornalisti la portavoce del ministero degli esteri etiope, Dina Mufti -. L'Etiopia inizierà una guerra? Stiamo lavorando a livello diplomatico per evitare il conflitto, ma tutto ha un limite”.
La regione di al-Fashaqa confina con la tormentata regione del Tigray, dove a novembre è scoppiato un conflitto mortale tra le forze federali dell'Etiopia e quelle regionali Tplf (Fronte popolare di liberazione del Tigray). A ciò si aggiunge la tensione crescente dopo il fallimento del round negoziale con Etiopia ed Egitto sulla questione del riempimento della Grande diga del millennio. Khartoum, come Il Cairo, è preoccupata perché lo sbarramento può ridurre in futuro la portata del Nilo, danneggiando le attività economiche (agricole e industriali) e compromettendo una fornitura idrica costante.
Dopo mesi di incontri, non si è ancora arrivati a un'intesa che fissi i livelli di riempimento del bacino e che determini regole precise in caso di controversie tra i paesi. Ciò ha aumentato l'irritazione da parte del Sudan e dell'Egitto e ha portato a un inasprirsi delle relazioni diplomatiche.