AGI - Elezioni e Covid: nel 2020 la pandemia ha causato rinvii ma non ha impedito che si votasse in decine di Paesi nel mondo e decine di altri appuntamenti con le urne sono in agenda nel 2021.
Chi ha votato nel 2020
Nel 2020 si sono concentrate decine di elezioni in tutti i continenti, oltre alle presidenziali Usa del 3 novembre. Nel continente americano, il 6 dicembre in Venezuela si sono tenute le elezioni legislative dall’esito contestato: a vincere è stato il partito chavista di Nicolas Maduro. Il presidente ha il controllo dell’istituzione finora in mano all’opposizione, che però ha boicottato il voto.
Il 18 ottobre in Colombia le elezioni presidenziali hanno portato alla vittoria di Luis Arce, delfino dell’ex presidente Evo Morales e candidato del Movimento al socialismo (MAS).
Altri Paesi andati alle urne sono stati Israele (parlamentari il 2 marzo), Singapore (parlamentari, 10 luglio), Sri Lanka (parlamentari 5 agosto), Myanmar (elezioni generali 8 novembre), Giordania (parlamentari, 10 novembre) e diverse nazioni africane tra cui Tanzania, Costa d’Avorio. In Nuova Zelanda, il 17 ottobre, le elezioni generali slittate di un mese hanno visto la riconferma della popolare premier Jacinda Arden.
In Europa, elezioni municipali si sono tenute in Francia tra le polemiche, il primo turno il 15 marzo e il secondo turno il 28 giugno in 4 mila comuni, segnate da una netta ascesa del partito dei Verdi.
Prima, il 29 febbraio, le elezioni politiche in Slovacchia hanno portato alla vittoria del partito anti-corruzione Gente ordinaria e personalità indipendenti (Olano) di Igor Matovic.
In Serbia le elezioni politiche del 26 giugno sono state vinte dal Partito progressista serbo (conservatore) del presidente Aleksandar Vucic. Il 5 luglio si sono tenute le elezioni legislative in Croazia che hanno rafforzato il potere del premier conservatore Andrej Plenkovic e del suo partito dell’Unione democratica Croata (Hdz).
Il 12 luglio, con un margine risicato, il populista di destra Andrzej Duda, molto vicino a Trump, è stato riconfermato al potere in Polonia. Previste lo scorso aprile e slittate al 15 luglio, in Macedonia del Nord le elezioni parlamentari sono state segnate dalla vittoria dei socialdemocratici (SDSM) di Zoran Zaev.
Il 9 agosto in Bielorussia si sono tenute le elezioni più contestate dell’anno in Europa, che hanno assegnato la vittoria al presidente Alexander Lukashenko, in carica dal 1994.
Il 30 agosto in Montenegro le legislative sono state dominate dal Partito democratico dei socialisti (Dps), la formazione al potere del presidente Milo Djukanovic.
L’11 e il 25 ottobre in Lituania alle elezioni legislative è prevalso il partito cristiano democratico di opposizione (HU-LCD) diretto da Ingrida Simonyte, già ministro delle Finanze. In Moldavia, il 15 novembre, è stata eletta una presidente pro-Ue, Maia Sandu, che ha sconfitto il filo-russo Igor Dodon.
Chi voterà nel 2021 in Europa
Nel Vecchio Continente si comincia il 24 gennaio, con le elezioni del presidente della Repubblica del Portogallo.
In Kosovo si va verso elezioni politiche anticipate dopo la sentenza della Corte costituzionale sull’illegittimità del governo Hoti. È possibile il ricorso ai seggi tra la fine di gennaio e febbraio.
Il 12 febbraio si voterà per il rinnovo del Parlamento in Catalogna, per il quale si sta già votando per corrispondenza fino al 4 febbraio. In primavera ci sarà inoltre l’elezione presidenziale in Kosovo. Anche in Bulgaria doppie elezioni: il 28 marzo le parlamentari mentre in autunno le presidenziali. In Olanda invece si terranno le elezioni legislative il 17 marzo. Fissata anche la data delle parlamentari in Albania (25 aprile) e delle elezioni nel Regno Unito, quando Scozia, Galles e la città di Londra voteranno (6 maggio).
Il Regno Unito post Brexit dovrà quindi affrontare la prova del sempre più forte indipendentismo scozzese. Il 23 maggio, sono previste le elezioni parlamentari a Cipro, così come nel mese di settembre sia in Norvegia (13) che in Islanda (25). In Russia invece, il 19 settembre, avranno luogo le elezioni legislative.
Per importanza forse la tornata elettorale in Europa più rilevante nel 2021 sarà quella in Germania. I tedeschi andranno alle urne il 26 settembre per decidere il successore di Angela Merkel e la composizione del nuovo Parlamento federale, ma prima sono previste sei elezioni regionali nei laender (14 marzo nel Baden-Wuerttemberg e nella Renania-Palatinato, il 25 aprile nella Turingia, il 6 giugno in Bassa Sassonia, il 20 giugno quelle per il rinnovo del Bundestag e nel Meclemburgo-Pomerania anteriore).
Anche la popolazione della Repubblica Ceca, il 15 e 16 ottobre, sceglierà i propri rappresentanti in Parlamento.
Asia
Il primo Paese a votare è stato il Kirghizistan: dopo le elezioni di ottobre, annullate a seguito delle proteste, il 10 gennaio i cittadini sono stati chiamati a scegliere il presidente e ad approvare una nuova carta costituzionale. Nello stesso giorno anche il Kazakistan ha votato per le elezioni parlamentari per il Mazhilis, la camera bassa.
Il 21 febbraio ci saranno le elezioni per l’Assemblea Nazionale del Laos mentre il 23 maggio per quella del Vietnam. A Hong Kong si voterà il 5 settembre per il parlamento locale, dopo il rinvio causa pandemia (restando alle comunicazioni ufficiali) delle elezioni previste per il settembre scorso.
Una decisione presa l’estate scorsa in un momento di forti proteste nella città a seguito della messa in vigore della nuova legge sulla sicurezza nazionale cinese. Sempre in autunno si terranno le elezioni presidenziali e della camera bassa in Giappone.
Oceania
In Australia sono previste per il 13 marzo le elezioni generali mentre si voterà anche alle isole Samoa nel prossimo aprile, e nel regno insulare di Tonga a novembre.
Vicino e Medio Oriente
Anche il 2021 sarà anno di elezioni per Israele, dopo lo scioglimento del Parlamento. A marzo gli israeliani andranno al voto per la quarta volta in due anni. Altra tornata importante è quella delle presidenziali in Iran, previste per il 18 giugno, da cui uscirà il nome del successore di Hassan Rouhani. Sempre a giugno in Iraq si terranno le parlamentari. Nel 2021, inoltre, si dovrebbe votare in Siria per le presidenziali, anche se manca una data sicura.
Americhe
Trinidad e Tobago al voto il 25 gennaio per eleggere l’Assemblea. Il 7 febbraio presidenziali in Ecuador: l’ex presidente Rafael Correa, non potendo correre neanche per la vice presidenza, sostiene la lista di Arauz e Rabascall.
Tra febbraio e marzo elezioni locali in Giamaica e Belize, legislative a El Salvador e ad Antigua e Barbuda, mentre in Honduras e Curacao quelle generali. In Cile per adesso sono previste le elezioni per l’11 aprile per la formazione di una Assemblea Costituente con l’obiettivo di redigere una nuova Costituzione; a novembre si voterà per le presidenziali e le parlamentari.
Anche in Perù l’11 aprile si andrà alle urne, dopo che nello scorso novembre le numerose manifestazioni, duramente represse dalla polizia, hanno portato in piazza migliaia di persone e fatto cambiare tre presidenti nel giro di una settimana.
A giugno l’isola caraibica di St. Lucia terrà le elezioni legislative, mentre per il 6 luglio sono previste circa 95 milioni di persone al voto in Messico: nella “Jornada electoral” si voterà per le federali e per le amministrative, per una tornata che viene considerata come la più importante di sempre nella storia del Paese. In Argentina al voto si andrà il 24 ottobre per rinnovare parte delle due Camere del Parlamento.
Anche le isole Falkland e il Nicaragua prenderanno la via delle urne alla fine dell’anno mentre Haiti in subbuglio ancora non ha indicato la data delle prossime elezioni, già rinviate da mesi. Negli Usa a novembre si tornerà ai seggi in alcuni stati per le legislative e per l’elezione di alcuni governatori o membri del congresso.
Africa
Il primo Paese ad andare al voto sarà l’Uganda, il 14 gennaio per le elezioni generali. In Somalia invece l’8 febbraio si voterà con elezioni indirette per indicare i parlamentari e il prossimo presidente.
Tornate elettorali anche per il Ciad (prima presidenziali, poi parlamentari), Benin e Congo, in cui difficilmente usciranno sorprese dalle urne. In Niger a febbraio potrebbe aver luogo il secondo turno delle presidenziali.
In Etiopia le politiche e le regionali erano previste nel 2020, ma causa Covid sono slittate al 5 giugno 2021. Il rinvio è stato tra i principali motivi dello scoppio della guerra nella regione settentrionale del Tigré. In Zambia invece si voterà in agosto, con il Paese in forte difficoltà economica, mentre in Gambia a dicembre con il presidente Adama Barrow che ha deciso di ricandidarsi.
Anche Capo Verde e il Somaliland andranno al voto, mentre per dicembre sono previste le elezioni in Libia. Il Paese nordafricano è diviso in due e ancora non è certo chi si candiderà e se la popolazione riuscirà ad andare pacificamente alle urne.