AGI - La foto di lui stravaccato in jeans e cappellino da baseball nella poltrona della speaker della Camera, Nancy Pelosi, con i piedi sulla scrivania, ha fatto il giro del mondo, divenendo uno dei simboli della giornata di violenza che ha sconvolto gli Usa. Richard 'Bingo' Barnett, 60enne di Gravette, in Arkansas, ha conosciuto un'inaspettata notorietà dopo aver fatto irruzione a Capitol Hill, insieme ad altri centinaia di sostenitori di Donald Trump, durante la seduta di conferma della vittoria di Joe Biden.
È stato lui stesso a confermare a diversi media il ruolo avuto nella violazione del Campidoglio, mostrando soddisfatto come 'prova' una busta da lettera con l'intestazione della Pelosi portata via dall'ufficio dell'alto dirigente dem. "Non sono un ladro", ci ha tenuto a sottolineare, "ho lasciato un quarto di dollaro sulla sua scrivania".
Strenuo fautore di Trump e del diritto a portare armi, di recente Barnett aveva bacchettato proprio la Pelosi, criticandola per l'uso in senso dispregiativo del termine "nazionalista bianco". "Sono bianco, non si può negare. Sono nazionalista, metto la mia nazione prima di tutto. Questo mi rende un nazionalista bianco", aveva scritto su un profilo Facebook che teneva sotto pseudonimo, individuato dal Washington Post.
Attivo sui social con diversi account, in questi due mesi dopo le elezioni ha fatto da grancassa alle rivendicazioni del capo della Casa Bianca, sostenendo la tesi delle elezioni rubate di cui esisterebbero "montagne di prove" a sostegno. Spazio anche a teorie cospirazioniste sull'epidemia di coronavirus e sui vaccini, così come alle manifestazioni contro l'obbligo di mascherina.
In un post pubblicato il 28 dicembre sul profilo intitolato 'George Reincarnated Patton', in nome del generale della Seconda Guerra Mondiale, il 60enne dell'Arkansas aveva annunciato che si sarebbe recato a Washington il 6 gennaio per protestare ed esortava altri a seguire l'esempio. "Questo è il vostro Paese, potete liberarvi un giorno da Internet, dal lavoro o da qualsiasi altra cosa per attivarvi. Per favore, prendete posizione!!! Se non ora, quando?". Nello stesso giorno, Barnett aveva poi lasciato un messaggio minaccioso, ricordando di essere "venuto al mondo scalciando e urlando, coperto dal sangue di qualcun altro". "Non ho paura di andarmene allo stesso modo", aveva avvertito, postando un selfie con un fucile stretto al petto e indosso una maglietta pro-polizia con il logo 'Blue Lives Matter'.