AGI - Le società quotate tedesche dovranno d'ora in poi nominare almeno una donna nei consigli di amministrazione da 4 componenti in su: lo ha stabilito una storica legge sulle "quote rosa" approvata dal governo di coalizione guidato dalla cancelliera Angela Merkel. La decisione è stata presa dopo il fallimento della "moral suasion" perché tali nomine fossero volontarie, ma viene considerata troppo timida poiché la Germania è fra i Paesi in cui la rappresentanza femminile ai vertici del mondo economico è più bassa, diversamente da quanto avviene nella politica.
Si tratta, ha detto il ministro della Giustizia Christine Lambrecht, di "un segnale molto forte", che spingerà le società a "sfruttare l'opportunità offerta da donne altamente qualificate". Con la nuova legislazione, la Germania compie secondo il ministro delle Finanze Olaf Scholz "un passo avanti" verso l'obiettivo delle pari opportunità e dell'uguaglianza dei diritti". In Germania, Paese la cui leader donna è fra i premier eletti più longevi al mondo, ci sono state resistenze all'interno della stessa CDU contro l'introduzione obbligatoria di quote rosa, considerata da alcuni "controproducente" per la causa delle pari opportunità.
Le nuove norme riguardano circa 70 aziende, di cui circa 30 non hanno nemmeno una donna nei loro consigli; attualmente la Germania è al 24/mo posto per presenza femminile nei Cda; solo il 12,8% dei membri del consiglio di amministrazione delle 30 maggiori società quotate in Germania è rappresentato da donne, secondo la AllBright Foundation, percentuale che si confronta con il 28,6% negli Stati Uniti, il 24,5% in Gran Bretagna e il 22,2% in Francia. Le donne guadagnano in media il 20% in meno degli uomini in Germania, rispetto al 14% in meno della media Ue.