AGI - Da oggi, parte la massiccia operazione di immunizzazione con il vaccino Oxford AstraZeneca nel Regno Unito. La Gran Bretagna è il primo Paese ad utilizzare il vaccino, alla cui produzione ha collaborato anche un'azienda italiana, un vaccino considerato dal governo di Londra un punto di svolta nella battaglia all'epidemia perché economico e facilmente trasportabile visto che può essere conservato alla temperatura di un normale frigorifero.
Il primo a ricevere la prima dose è stato Brian Pinker, un paziente in dialisi di 82 anni, che è stato sottoposto al vaccino in un ospedale a poche centinaia di metri da dove il siero è stato prodotto.
A partire da oggi, sei ospedali in Inghilterra somministreranno la prima delle circa 530 mila dosi che la Gran Bretagna ha pronte per questa settimana. Nei prossimi giorni il programma sarà esteso ad altri punti di vaccinazione sull'intero territorio. AstraZeneca ha promesso di aumentare la produzione e di mettere a disposizione due milioni di dosi a settimana da metà gennaio.
Intanto oggi il premier Boris Johnson valuta se inasprire le misure di 'lockdown' e allargarle a tutta l'Inghilterra. Londra deve fare i conti con un'impennata dei nuovi casi, che hanno superato quota 50 mila per sei giorni consecutivi, a causa della contagiosissima variante emersa in Inghilterra e già diffusasi in altre nazioni. Numeri che hanno spinto anche il leader dei laburisti, Keir Starmer, a chiedere al governo di imporre nuove restrizioni.
L'Ema: "Ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire"
E intanto l'Ema frena. "Sul vaccino Astra Zeneca lavoriamo giorno e notte. Ci sono aspetti da chiarire" dice alla Stampa Armando Genazzani, membro dell'Agenzia europea del farmaco. "Nessuno di noi è in vacanza, abbiamo anticipato i tempi il più possibile ma per approvare un vaccino durante una pandemia bisogna avere ogni certezza e in questo momento sul farmaco di AstraZeneca stiamo ancora lavorando. Il dossier di AstraZeneca è arrivato dopo quelli di Pfizer, che abbiamo autorizzato anticipando di una settimana la valutazione, e di Moderna su cui siamo impegnati in modo intenso".
"L'ultimo pacchetto di dati - prosegue Genazzani - ci è stato sottomesso dall'azienda il 21 dicembre, è richiesto un tempo tecnico per leggere le carte, capirle, rilevare gli approfondimenti da richiedere. Il vaccino utilizza una tecnologia diversa dai due precedenti ed è complesso. Abbiamo già valutato gli studi di laboratorio, stiamo analizzando gli ingredienti e come viene prodotto visto che saranno coinvolti 6-7 stabilimenti in diverse parti del mondo a cui richiediamo di operare in modo identico. I casi valutati nelle analisi ad interim sono sufficienti per dire che il vaccino è efficace ma gli studi stanno continuando".
Tuttavia, spiega il ricercatore, "abbiamo chiesto ulteriori particolari su aspetti da chiarire, il che non vuole dire che ci siano problemi ma semplicemente che ci sono situazioni da approfondire. Ad esempio il fatto che, imprevedibilmente, chi è stato sottoposto alla somministrazione di mezza dose piu' una successiva ha una protezione maggiore di chi ne ha ricevuto una intera piu' una seconda. Gli studi sono stati effettuati in vari Paesi e l'efficacia varia: anche questo va chiarito".