AGI - Oltre il 12,5% degli israeliani ha ricevuto in meno di due settimane la prima dose di vaccino per il Covid, mentre Usa e Paesi europei arrancano dietro. Lo Stato ebraico continua a guidare la classifica mondiale delle nazioni con la più alta percentuale di cittadini vaccinati, seguito - a grande distanza - dal Bahrein (3,53% della popolazione) e il Regno Unito, con l'1,39%. Israele sta somministrando il siero Pfizer/BioNTech a circa 150 mila persone al giorno, dando priorità agli ultrasessantenni, al personale sanitario e alle persone con un quadro clinico vulnerabile.
Il successo dello Stato ebraico è frutto di diversi fattori, dall'alto livello tecnologico che contraddistingue il piccolo Paese di soli nove milioni di abitanti, a un diffuso sistema sanitario di base con un'organizzazione digitalizzata, insieme a una campagna di vaccinazione gestita a livello centralizzato dal governo. A questo, si è aggiunta la tempestività con la quale le autorità hanno firmato contratti con i colossi farmaceutici per la fornitura di sieri, insieme a una campagna contro la disinformazione dei no-vax.
Tutto ciò mentre il Paese affronta un nuovo picco di contagi, che ha portato al terzo lockdown dalla primavera, e una situazione politica caotica, con la Knesset costretta allo scioglimento il 23 dicembre, la fine di fatto della coalizione di governo di Blu e Bianco-Likud e il Paese diretto verso le quarte elezioni in due anni, il prossimo 23 marzo. "Guidiamo la corsa mondiale (alla vaccinazione) grazie alla nostra preparazione provvidenziale", ha sottolineato il ministro della Salute, Yuli Edelstein.
Un risultato rivendicato a gran voce dal premier Benjamin Netanyahu, che non solo deve affrontare la nuova tornata elettorale, ma anche un processo per corruzione, frode e abuso di fiducia. Da qui, la promessa di far uscire velocemente il Paese dal tunnel dell'epidemia e recuperare la situazione economica, che ha risentito pesantemente della crisi Covid.
Il 19 dicembre, il leader del Likud ha dato il buon esempio e si è fatto vaccinare in tv: "Abbiamo fatto arrivare milioni di dosi qui, più di ogni altra nazione al mondo rispetto alla sua popolazione. Li abbiamo fatti arrivare qui per chiunque: ebrei e arabi, religiosi e laici. Fatevi vaccinare", ha esortato Netanyahu, guardando in particolare sia agli arabo-israeliani che agli ultraortodossi, due comunità particolarmente colpite dal coronavirus.
Discorso a parte per i palestinesi: le dosi di vaccino sono arrivate si' in Cisgiordania, ma a beneficiarne sono stati i coloni. Gisha, gruppo israeliano per i diritti umani, ha sottolineato che gli sforzi di Ramallah per cercare di ottenere i vaccini altrove "non assolve Israele dalla sua responsabilità ultima verso i palestinesi sotto occupazione".