AGI - Il magnate della stampa di Hong Kong che si oppone al regime filocinese, Jimmy Lai, ha ammesso oggi in tribunale le accuse di "collusione con le potenze straniere", per le quali rischia il carcere a vita. Lai, 73 anni, proprietario del giornale tabloid Apple Daily, noto per il suo impegno pro-democrazia e le critiche all'esecutivo di Carrie Lam, è il più noto fra gli oppositori che stanno affrontando le accuse previste dalla contestata nuova legge sulla sicurezza nazionale imposta a fine giugno dalla Cina per mettere fine alle manifestazioni pro-democrazia dei giovani di Hong Kong.
Lai, già in carcere e accusato anche di frode, è accusato per aver fatto appello ai governi internazionali affinché sanzionino la Cina per la repressione delle proteste. L'imprenditore dei media ha ammesso i capi di accusa. Ma ora, ha spiegato uno dei magistrati, ci vorrà tempo per analizzare oltre un migliaio di messaggi sui profili social di Lai, oltre alle interviste e alle dichiarazioni fatte durante i suoi viaggi all'estero. Al termine dell'udienza, i sostenitori di Lai gli hanno gridato parole di incoraggiamento.