AGI - Nonostante l'intensa sessione di negoziati, non si sono sciolti nei giorni scorsi i nodi che ancora ostacolano l'accordo commerciale post-Brexit fra Londra e Bruxelles. Quattro anni dopo il referendum che nel giugno 2016 sancì la separazione del Regno Unito dall'Ue, manca meno di un mese alla fine del periodo transitorio, a quel 1mo gennaio 2021 in cui le regole comunitarie non varranno più per il Regno Unito.
Dopo l'annuncio dello stallo da parte dei rispettivi capi negoziatori, Michel Barnier e David Frost, per oggi è previsto un vertice ai massimi livelli, fra il premier britannico Boris Johnson e la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, che hanno in programma una conversazione nel pomeriggio. Un accordo complessivo sulle relazioni reciproche si è arenato su alcuni scogli che al momento appaiono insuperabili.
Si tratta della regolamentazione dei diritti di pesca nelle acque reciproche, in particolare nella Manica, della equità della concorrenza (in particolare, le norme sui sussidi pubblici alle imprese) e della "governance" dell'accordo, ovvero la gestione delle controversie.
Sulla questione della pesca, c'è un particolare interesse della Francia, i cui pescherecci realizzano nelle acque del "Channel" la maggior parte della raccolta di merluzzo. La Francia ha minacciato un veto all'accordo se le sue richieste non verranno soddisfatte; in particolare, si è parlato di un periodo di transizione di 10 anni per l'introduzione graduale di nuove norme più restrittive per i pescatori europei.
Germania e Irlanda sono più disponibili degli altri Paesi Ue alla possibilità di raggiungere un compromesso andando incontro alle richieste britanniche; i parlamentari pro Brexit al parlamento britannico hanno preannunciato battaglia se ci saranno troppe norme a favore di un perdurante controllo delle regole da parte di Bruxelles. Il colloquio di oggi potrebbe non essere risolutivo, hanno avvisato gli entourage di Johnson e Von der Leyen, ma la mobilitazione dei vertici è comunque intesa a mostrare che c'è ancora la possibilità di trovare un compromesso.
Anche se il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha assicurato che i 27 avranno il tempo sufficiente per esaminare i termini dell'accordo che verranno stabiliti dai negoziatori, perché la ratifica di un eventuale accordo sia realizzata in tempo per entrare in vigore entro il primo gennaio, i tempi sono davvero strettissimi; l'ultima scadenza era stata fissata proprio per questo fine settimana.