AGI – In piena crisi di fiducia dei francesi nei confronti della polizia e con un acceso dibattito sulla nuova legge sulla sicurezza, spuntano accuse alla Compagnia di sicurezza nazionale francese (Crs) nella morte di una 80enne algerina, colpita al volto da un gas lacrimogeno durante una manifestazione dei gilet gialli al centro di Marsiglia il 2 dicembre 2018.
La storia di Zineb Redouane, sopranominata ‘Mama Zina’, sta facendo nuovamente scalpore in Francia dopo la pubblicazione di una contro-inchiesta indipendente del media online Disclose e del gruppo di ricerca Forensic Architecture, con sede a Londra.
La ricostruzione video del terribile incidente chiama direttamente in causa la responsabilità della polizia nazionale nell’uccisione dell’anziana donna, che si trovava alla finestra del suo appartamento, al quarto piano di Rue des Feuillants, quando è stata raggiunta da un lacrimogeno lanciato durante la protesta dei gilet gialli e della Marcia per il diritto ad un alloggio degno per tutti.
Gravemente ferita, Redouane è deceduta il giorno dopo in ospedale subito dopo l’anestesia. L’esito delle ultime verifiche invalida le prime conclusioni dell’inchiesta ufficiale e il rapporto degli esperti pubblici che invece avevano già escluso la responsabilità diretta degli agenti, ritenuti rispettosi di tutte le procedure vigenti per azionare il lacrimogeno.
L’analisi di Disclose si è basata sul rapporto balistico, su immagini di videosorveglianza e un dettagliato modello tridimensionale. Da queste prove è allora emerso che la presenza frontale diretta di diversi palazzi avrebbe dovuto rappresentare un’allerta rossa tale da indurre le forze dell'ordine a non usare il lacrimogeno in quel punto preciso. Il tipo MP7 utilizzato nella circostanza, è inoltre in grado di raggiungere un bersaglio a 100 metri.
Alla luce di queste conclusioni, la figlia della vittima, Milfert Redouane, ha sporto denuncia a carico dell’allora ministro dell’Interno, Christophe Castaner, alla Corte di giustizia della Repubblica.
Un magistrato di Lione, che ha già seguito la prima parte dell’inchiesta, potrebbe ora chiedere una nuova perizia. Per Yassine Bouzrou, legale della famiglia della vittima, diverse dichiarazioni rilasciate all'epoca dei fatti da Castaner e dal procuratore di Marsiglia, Xavier Tarabeux, hanno “ostacolato la verità”.
Secondo la versione delle due autorità, l’80enne è deceduta a causa di uno shock durante l’intervento e non per uno shock facciale e “non c'è stato alcun legame diretto tra il lancio del lacrimogeno e il decesso dell’anziana donna”.
Dichiarazioni tornate ora nell’occhio del ciclone mentre in Francia infuria il dibattito sulla nuova controversa legge di sicurezza, con proteste e critiche che hanno spinto il governo a riscrivere l’articolo 24 sul divieto di pubblicare sui social foto di agenti impegnati in operazioni.