AGI - “Georgia on My Mind” suona per Donald Trump che ha smesso di ballare sulle note di “Ymca”, ma non di fare campagna elettorale. Dal pop esuberante dei comizi al soul malinconico della sconfitta, che pure si rifiuta di riconoscere perché le elezioni del 2020 – non smette di ripetere The Donald - sono “le più corrotte della storia americana”. Ma la transizione è partita. Il presidente eletto Joe Biden sceglie i ministri con l’ex capo della Federal Reserve Janet Yellen nominata al Tesoro (prima donna dopo 231 anni) e un ufficio della comunicazione interamente al femminile, mentre Trump pensa alla Georgia dove i ballottaggi del prossimo 5 gennaio decideranno il controllo del Senato. Ha sparato tweet contro il governatore Brian Kemp, chiedendogli di bypassare il segretario di Stato Brad Raffensperger per imporre che al riconteggio (da lui richiesto) venga verificata la corrispondenza tra le firme sulle buste e quelle sulle schede arrivate per posta. “Perché il governatore @BrianKempGA, lo sfigato governatore della Georgia non utilizza i suoi poteri d’emergenza - cosa che potrebbe essere fatta facilmente - per scavalcare il suo ostinato segretario di Stato e verificare le firme sulle buste. Sarebbe una miniera d’oro di brogli e noi potremmo facilmente vincere lo Stato…”, cinguetta il comandante in capo. “Inoltre bisognerebbe velocemente confrontare i numeri delle schede con quelli delle buste. Potrebbe emergere che ci sono più schede che buste. Molto semplice e molto facile da fare. I repubblicani della Georgia sono arrabbiati. Tutti i repubblicani sono arrabbiati. Fatelo”, insiste Trump. Kemp e Raffensperger, entrambi repubblicani, rispondono picche, il primo segnalando la necessità di rispettare la legge e il secondo parlando di “attori disonesti” che divulgano “disinformazione”.
Biden ha vinto in Georgia per 12.670 voti: è il primo candidato democratico alla presidenza ad essersi aggiudicato lo Stato dai tempi di Bill Clinton nel 1992. Se per “denunce credibili di frodi” alle elezioni del 2020 in Georgia sono oltre 250 i casi aperti, le autorità hanno avviato un’altra inchiesta su gruppi di attivisti accusati di promuovere la registrazione per il voto anche di elettori non residenti in vista dei ballottaggi di gennaio. Raffensberger ha citato in particolare quattro gruppi nel mirino della nuova indagine: “America Votes”, “Vote Forward”, “The New Georgia Project” e “Operation New Voter Registration Georgia, avvertendo che "votare in Georgia quando non si è residenti è un reato".
Al ballottaggio del 5 gennaio in Georgia i democratici Raphael Warnock e Jon Ossoff tenteranno di sfilare la poltrona, rispettivamente, agli uscenti Gop Kelly Loeffler e David Perdue. Perdue ha ottenuto 86.000 voti in più di Ossoff il 3 novembre ma senza superare il 50% delle preferenze necessario per aggiudicarsi la rielezione. Warnock ha invece beneficiato del fatto che fosse in corsa tra i repubblicani anche Doug Collins insieme a Loeffler. La strada per i dem è dunque tutta in salita. I dem puntano all’elettorato di colore e a chi voterà per la prima volta, le fasce che avrebbero consentito a Biden di aggiudicarsi il Peach State. Per raccogliere consenso tra i democratici in Georgia, schierata in prima linea c’è l’ex candidata a governatore Stacey Abrams che ha favorito la registrazione di almeno 800.000 nuovi votanti con la sua organizzazione “Fair Fight Action” lanciata nel 2018. Poiché la gara si gioca sul filo di lana, si punta anche ai giovani che non avevano ancora 18 anni lo scorso 3 novembre ma che raggiungeranno la maggiore età entro il 5 gennaio. Secondo Ossoff sono 23.000 e tutti pronti a votare democratico. Biden ha vinto la Georgia con il 49,51% dei suffragi contro il 49,25% di Trump. Il tycoon avrebbe gioco facile nel mobilitare la sua base per confermare la rielezione in Senato dei due repubblicani in corsa.
Considerando la posta in gioco, ovvero il controllo della Camera Alta, fiumi di denaro si stanno riversando in Georgia in vista dei ballottaggi. Dall’Election Day, sono stati spesi oltre 46 milioni di dollari e altri 214 milioni sono stati stanziati, secondo le rilevazioni di Adimpact. I senatori democratici hanno creato due comitati elettorali la scorsa settimana, “Georgia Honor” e “The Georgia Way”, con un investimento da 5 milioni ed uno stanziamento pianificato per spot televisivi da 6 milioni. I senatori repubblicani non sono rimasti a guardare, anzi. Il ‘Senate Leadership Fund’ ha previsto 35 milioni per Perdue mentre la super Pac American Crossread ne ha messi sul piatto altri 35 per Loeffler.
Di certo anche ai ballottaggi si profila un boom di voti per posta, quelli al centro dei ricorsi di Trump, con 762.000 richieste già presentate. Anche gli advisor del figlio primogenito del presidente, Donald Junior, stanno dando vita ad un comitato elettorale. Il timore è che le accuse di brogli mosse da Trump possano trasformarsi in un boomerang, scoraggiando gli elettori repubblicani che starebbero pianificando un boicottaggio del voto, almeno secondo quanto riporta Newsmax. “Le elezioni del 2020 sono state un totale imbroglio, noi abbiamo vinto di molto e speriamo di scoprire i voti fraudolenti ma dobbiamo aiutare David e Kelly, due grandi persone – è stata la risposta di Trump alla notizia sul boicottaggio – altrimenti facciamo il gioco di gente malata”.
“Georgia on My Mind” suona anche per alcuni aspiranti candidati repubblicani alla presidenza nel 2024. In pellegrinaggio nello Stato sono andati nelle ultime settimane i senatori Rick Scott, Marco Rubio e Tom Cotton, ufficialmente per fare campagna in vista dei ballottaggi di gennaio, ufficiosamente per fare sfoggio di leadership e peso politico. Nikki Haley, l’ex ambasciatrice all’Onu dell’amministrazione Trump, da tempo considerata una possibile candidata alla presidenza nel 2024, non ha personalmente messo piede in Georgia ma “Stand for America”, il comitato che la sostiene, ha lanciato nello Stato uno spot con nel mirino i due candidati democratici. Haley, ex governatrice della South Carolina, è inoltre diventata co-presidente onorario del “Georgia Battleground Fund”, una importante organizzazione per la raccolta di finanziamenti.
Nella tradizione della politica americana, tutti i potenziali contendenti iniziano a testare le acque anni prima di tentare la corsa alla Casa Bianca. L’intervento di Barack Obama nel 2004 alla convention democratica fu il trampolino di lancio della sua scalata nel 2008. Ma a scombinare le carte della tradizione politica, ancora una volta, c’è Trump. Non ha alcuna intenzione di mollare la presa sul partito repubblicano e starebbe pensando di ricandidarsi nel 2024: una mossa che porrebbe una pietra tombale sulle aspirazioni presidenziali degli altri Gop. La sconfitta di Trump nel 2020 “non significa che il movimento ‘America First’ e il suo ruolo di leader sia finito. Al contrario questo è solo l’inizio”, avverte Laura Ingraham, anchor di Fox e trumpiana d’acciaio. Anche i sondaggi confermano Trump in pole position nel 2024 mentre la sua campagna dal 3 novembre ha raccolto la cifra record di 150 milioni di dollari. Una rilevazione di Morning Consult vede il presidente uscente favorito a delle ipotetiche primarie tra quattro anni con il 53% dei consensi, contro il 41% del vice presidente Mike Pence. “Non voglio parlare del 2024… per ora”, ha tagliato corto Trump il Giorno del Ringraziamento. Ma dietro le quinte avrebbe già manifestato la voglia di ripresentarsi tra 4 anni, magari, come qualcuno sostiene, rovinando la festa a Biden con un annuncio proprio il giorno dell’inaugurazione, il prossimo 20 gennaio. Per ora ha la Georgia nei suoi pensieri. Al Gop basta anche un solo dei due seggi in palio per mantenere il controllo del Senato e sabato Trump volerà nel Peach State per sostenere la candidatura dei repubblicani Perdue e Loeffler. Le Georgia è sicuramente nei suoi pensieri, e non solo nei suoi.