AGI - Le autorità egiziane hanno arrestato un altro membro della Egyptian Initiative for Personal Rights, l'Ong con cui collaborava Patrick Zaky, il giovane che studiava in Italia e che è detenuto in Egitto da ormai nove mesi. Si tratta, riferisce l'organizzazione su Twitter, del direttore esecutivo Gasser Abdel-Razek, che sarebbe stato portato in una "località sconosciuta".
L'ambasciatore d'Italia al Cairo, si apprende da fonti della Farnesina, ha inviato, insieme a numerosi capi missioni di altri Paesi non solo europei, una lettera al ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, per richiedere il rilascio dei dirigenti dell'organizzazione EIPR Abdel Razek, Mohammed Basheer cui si è aggiunto stasera Karim Ennarah. Si tratta di funzionari con cui la nostra ambasciata è da tempo in frequente contatto in relazione al caso del giovane ricercatore Patrick Zaki.
Già nella giornata di ieri, del resto, la Farnesina aveva compiuto un passo ufficiale con l'ambasciatore egiziano a Roma per manifestare profonda preoccupazione per gli arresti in questione e per il grave deterioramento delle condizioni dei difensori dei diritti umani in Egitto. L'Italia, insieme ai principali partner internazionali continuerà a seguire con la massima attenzione gli sviluppi della situazione.
Abdel-Razek è il terzo membro di Egyptian Initiative a essere arrestato dalla scorsa domenica, quando era finito in manette Mohammed Basheer, con le accuse, tra le altre, di essersi "unito a un'organizzazione terrorista" e di avere "diffuso notizie false". Mercoledì era stato il turno di Karim Ennarah, responsabile dell'Ong per la giustizia penale, arrestato durante una vacanza a Dahab, nel Sinai meridionale.
Basheer, aggiunge Egyptian Initiative, è stato interrogato dalle forze di sicurezza sul lavoro dell'organizzazione e sulla visita, all'inizio del mese, di un "numero di ambasciatori e diplomatici" presso il suo ufficio del Cairo per discutere di diritti umani. La detenzione in attesa di giudizio in Egitto può durare fino a due anni e a volte viene estesa ulteriormente. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, in Egitto ci sono 60 mila prigionieri politici: giornalisti, attivisti, avvocati, accademici e islamisti.