AGI - Il Perù ha un nuovo capo di Stato: il deputato centrista Francisco Sagasti è stato eletto dal Parlamento e formerà un governo di larghe intese per una transizione pacifica e democratica che guiderà il Paese fino a luglio, quando passerà il testimone al vincitore delle elezioni generali del prossimo aprile.
L’ultimo sviluppo istituzionale a Lima appare decisivo per chiudere la crisi politica scoppiata la scorsa settimana con l’impeachment dell’ex capo di stato Martin Vizcarra e le proteste successive alle nomine dei suoi successori, represse nella violenza. Durante l’elezione, centinaia di peruviani si sono radunati di fronte al Congresso per far sentire le proprie istanze e contestare l’intera classe politica.
La scelta di una figura politica come quella di Sagasti è stata accolta con serenità dalla popolazione, che vigilerà sui prossimi passi del futuro esecutivo. Ingegnere industriale, docente, ex funzionario della Banca mondiale, il 76enne Sagasti, esponente del Partito Morado (centro liberale), ha ottenuto il consenso di 97 deputati su 130. Sagasti, terzo presidente eletto in meno di una settimana, entra in carica da oggi, colmando il vuoto di potere successivo alle dimissioni di Manuel Merino, contestato da proteste cittadine che hanno fatto due morti e decine di feriti.
Subito dopo la sua elezione in Parlamento, il neo presidente ad interim ha annunciato la formazione di un governo di grande apertura, nel segno della pluralità e della diversità per “ridare speranza al popolo e garantire l’equilibrio nel Paese”, dando il via a consultazioni con “tantissime persone, gente esperta e capace di lavorare in squadra per formare in tempi brevissimi un buon gabinetto.
Dicendosi “consapevole dell’urgenza del momento”, Sagasti ha presentato i suoi obiettivi di governo: arginare la pandemia di Covid-19, lottare alla conseguente crisi economica – con un Pil in calo di oltre il 14% - e organizzare le elezioni generali. “Farò del mio meglio per rispondere alle sfide e andare avanti” ha detto Sagasti all’emittente RPP Noticias.
Tra le sue priorità di governo, ci sarà anche la lotta alla corruzione, tema caldo dopo l’impeachment di Vizcarra nonché rivendicazione dei cittadini, oltre alla celebrazioni del bicentenario della nascita del Perù, che ricorre nel 2021. In merito alla violenta repressione politica ai danni dei cittadini scesi in piazza per contestare l’elezione del suo predecessore, Merino, il neo presidente ha fatto un plauso ai “valorosi giornalisti che hanno rischiato la propria incolumità per scoprire e dare provare della violente repressione politica”.
Sagasti si è anche impegnato a sanzionare gli agenti di polizia responsabili della repressione per evitare nuove violenze e violazioni. Intanto il procuratore generale, Zoraida Avalos, ha formalmente ordinato l’apertura di un’inchiesta contro Merino, alcuni suoi ministri e capi della polizia per i delitti commessi “nel contesto di violazione dei diritti umani, che non rimarranno impuniti”.
Il Perù è senza governo dallo scorso 14 novembre, quando 18 ministri del gabinetto di Merino hanno rassegnato le dimissioni, costringendo l’ex presidente ad interim a fare lo stesso il giorno dopo. In base alla Costituzione vigente Sagasti diventa automaticamente capo dello Stato, con un mandato di otto mesi, fino al 28 luglio 2021, giorno clou delle celebrazioni del bicentenario del Paese e in cui dovrebbe insediarsi il vincitore delle elezioni generali del prossimo aprile. Lo stesso Sagasti potrà candidarsi.