AGI - Più di 50 persone sono state decapitate e smembrate in alcuni attacchi sferrati da miliziani legati all'Isis: è l'ultimo orrore dei jihadisti islamici ed è accaduto nel nord del Mozambico, nella provincia di Cabo Delgado. A denunciarlo Bernardino Rafael, comandante della polizia del Mozambico.
Gli assalitori hanno colpito alcuni centri abitati nei distretti di Miudumbe e Macomia, uccidendo civili, rapendo donne e bambini e dando fuoco alle case. Dal villaggio di Nanjaba sono state portate via numerose donne, al probabile scopo di farne schiave sessuali.
Nel villaggio di Muatide oltre 50 uomini sono stati radunati nel locale campo da calcio, trasformato in un mattatoio dai terroristi, che hanno tagliato la testa alle loro vittime e poi hanno fatto scempio dei loro corpi tagliandoli a pezzi con i machete.
Si sa pochissimo del gruppo responsabile delle stragi, sorto nel 2017. La formazione si fa chiamare al-Shabab come la milizia islamista somala ma alcuni analisti, riporta Al Jazeera, dubitano che ci siano legami solidi con l'Isis e con il jihadismo organizzato. C'è di sicuro un'ispirazione, dal momento che, nelle immagini diffuse dal gruppo, i miiziani sfoggiano i passamontagna e i vessilli neri dello Stato Islamico.
In quattro anni di massacri nel Cabo Delgado sono finora morte oltre duemila persone, più della metà delle quali civili. L'ondata di violenza, che ha causato 300 mila sfollati interni, si è intensificata quest'anno. La settimana scorsa, ancora nel distretto di Muidumbe, i terroristi hanno interrotto una cerimonia di iniziazione uccidendo e decapitando una ventina di persone tra adolescenti e accompagnatori. I cadaveri furono ritrovati nella foresta sparsi in un'area di 500 metri. Lo scorso aprile i miliziani uccisero e decapitarono oltre 50 giovani che si erano rifiutati di unirsi ai loro ranghi.