AGI - Schiaffo giudiziario per l'attore americano Johnny Depp che ha perso la sua causa per diffamazione contro gli editori del tabloid britannico The Sun, che lo avevano descritto come un "picchiatore coniugale". Al termine di uno dei processi per diffamazione più seguiti del secolo - durato tre mesi e conclusosi a fine luglio scorso - l'alta corte di Londra ha respinto la richiesta di risarcimento avanzata dalla star di Hollywood. Nel servizio contestato, The Sun aveva riferito che il 57enne Depp era stato violento nei confronti dell'ex moglie Amber Heard, 34 anni, in almeno un'occasione durante la loro relazione.
"Come può JK Rowling essere "sinceramente felice" per il casting di Johnny Depp, picchiatore coniugale, per il nuovo film Animali fantastici", aveva scritto il tabloid nel titolo del servizio contestato. In un fascicolo di 129 pagine, il giudice Justice Nicol sentenzia che: "Il ricorrente (Depp) non è riuscito nella sua azione per diffamazione. Gli imputati (i giornali Sun e News Group Newspapers) hanno dimostrato che ciò che hanno pubblicato nel servizio incriminato, le parole utilizzate, erano riconducibili a fatti sostanzialmente veri".
Il giudice ha inoltre, precisato di "aver avuto riscontro nel procedimento civile in merito alla stragrande maggioranza delle presunte aggressioni inflitte alla Heard da Depp, in almeno 12 delle 14 da me esaminate".
Nelle sue dichiarazioni conclusive il magistrato ha poi riconosciuto che le accuse mosse da Heard contro Depp "hanno avuto un effetto negativo sulla sua carriera di attrice e attivista".
Nicol ha anche aggiunto di non accettare il modo in cui Depp ha definito la sua ex moglie, ovvero una ricercatrice d'oro. "Riconosco che c'erano anche altri elementi nell'accordo di divorzio, ma la sua donazione di 7 milioni di dollari in beneficenza non è certo l'atto che ci si aspetterebbe da una ricercatrice d'oro" ha osservato il magistrato.
"Il Sun si alza e si batte per le vittime di abusi domestici da oltre 20 anni. Le vittime di abusi domestici non devono mai essere messe a tacere, ringraziamo il giudice per la sua attenta considerazione e ringraziamo Amber Heard per il suo coraggio nel testimoniare in tribunale", ha commentato la casa editrice del tabloid, di proprietà di Rupert Murdoch, dopo la diffusione dell'atteso verdetto.
I legali del premio Oscar hanno annunciato un appello contro una "decisione perversa e sconcertante". Secondo Elaine Charlson Bredehoft, avvocato statunitense che rappresenta la Heard in un'ulteriore causa per diffamazione intentata da Depp, in questo caso contro un editoriale del Washington Post davanti a un giudice della Virginia, "per quelli di noi presenti al processo dell'alta corte di Londra, questa decisione e sentenza non sono una sorpresa".
Quindi per Johnny Depp le vicissitudini giudiziarie non sono ancora finite. "Molto presto presenteremo prove ancora più voluminose negli Stati Uniti. Ci impegniamo a ottenere giustizia per Amber Heard presso il tribunale degli Stati Uniti e a difendere il diritto della signora Heard alla libertà di parola", ha anticipato l'avvocato dell'ex moglie.