AGI - Due giorni dopo l'attentato costato la vita a tre persone a Nizza, si rialza la tensione in Francia: un arciprete ortodosso, che stava chiudendo il portone della sua chiesa a Lione, è stato aggredito da uno sconosciuto. L'aggressore ha aperto il fuoco due volte e poi è fuggito. La vittima, Nikolaos Kakavelakis, 52 anni e padre di famiglia, era in Francia da dieci anni. La polizia ha arrestato un sospetto e sta cercando di verificare il suo eventuale coinvolgimento. L'indagine è stata affidata all'ufficio della procura di Lione, che si concentra sul "tentato omicidio"; il che fa pensare che gli inquirenti non considerino l'attacco come terroristico, ma hanno sottolineato che "nessuna ipotesi è esclusa". A Parigi, il ministro dell'Interno Gerald Darmanin ha aperto un'unità di crisi a Place Beauvau.
Secondo il procuratore, Nicolas Jacquet, è stata arrestata "una persona che può corrispondere agli elementi forniti dai primi testimoni". L'individuo non era armato al momento del fermo. I testimoni hanno raccontato che l'autore degli spari, che hanno lasciato il prete tra la vita e la morte, era alto 1 metro e 90 centimetri e indossava un lungo impermeabile scuro. Un quotidiano locale, Le Progres, ha aggiunto che è stato fermato in un kebab bar nel distretto numero 3, mentre l'aggressione è avvenuta nel numero 7. Il prete è stato colpito due volte all'addome, il secondo a bruciapelo, intorno alle 17:00. Le detonazioni hanno allertato i vicini e una pattuglia della polizia municipale, che sono accorsi sul posto e hanno trovato a terra il religioso ferito. Dopo i primi soccorsi, il prete è stato trasferito in un vicino ospedale, dove la sua prognosi rimane riservata.
Con il passare delle ore, l'ipotesi di un'azione terroristica si è pero' attenuata, sebbene le ragioni dell'azione non siano ancora chiarite. Gli inquirenti sembrano indagare sulla possibilità di un conflitto scatenato dalle tensioni all'interno della piccola comunità religiosa di Lione. Per il momento l'ipotesi non è confermata, ma viene presa in seria considerazione nelle indagini. La vittima era al centro di un caso giudiziario: accusato di autoritarismo e appropriazione indebita da un ex monaco ortodosso, il prete aveva finito per sporgere denuncia per diffamazione.
E Macron tende la mano all'Islam
L'attacco di Lione segue però di appena due giorni l'attentato nella basilica cattolica di Nizza: una vicenda sullo sfondo dello scontro violentissimo tra il presidente Emmanuel Macron e il mondo islamico. Oggi il capo dell'Eliseo ha cercato di tendere la mano all'Islam, con un'intervista ad al-Jazira: ha cercato di sedare la rabbia del mondo musulmano contro la Francia affermando di comprendere "i sentimenti dei musulmani riguardo alle offensive vignette sul Profeta" ma ha voluto sottolineare che il suo governo non ha nulla a che fare con quelle vignette e che le sue dichiarazioni in proposito sono state "manipolate". La campagna di boicottaggio dei prodotti francesi è inammissibile e la Francia, ha poi aggiunto twittando anche in arabo, vuole "la pace e la convivenza".