AGI - A poco meno di due mesi dal misterioso malore che ha colpito Alexei Navalny, l'Unione Europea ha trovato un accordo su sanzioni contro la Russia. Nel mirino ci sono sei persone e a un'entità russe accusate di essere coinvolte nel tentato omicidio dell'oppositore del Cremlino, avvelenato con l'agente nervino Novichok lo scorso agosto. L'identità delle figure sanzionate non verrà rivelata prima di domani, quando le misure entreranno in vigore.
Il blogger anti Putin si era sentito male durante un volo in Siberia lo scorso 20 agosto; qualche giorno piu' tardi, dietro le pressioni dell'Occidente, fu trasferito per essere curato a Berlino, da dove ha rilasciato alcuni giorni fa un'intervista video nella quale ha confermato la sua guarigione, dopo un ricovero durato un mese; e anche le accuse al Cremlino di averlo avvelenato.
Le diplomazie dei 27 hanno accolto la proposta franco-tedesca: nonostante le ripetute richieste a Mosca di un'indagine indipendente e trasparente sull'avvelenamento di Navalny, non è stata infatti avanzata "una spiegazione credibile" per quanto avvenuto, hanno sottolineato la settimana scorsa Parigi e Berlino, sostenendo invece di avere "prove". Un riferimento alla conferma da parte dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) dell'uso di un agente nervino del gruppo Novichok.
Le reazioni da Mosca sono state rabbiose: all'indomani della minaccia di una chiusura dei canali di dialogo tra Mosca e Bruxelles, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in una telefonata con l'Alto Rappresentante per la Politica Estera europea, Josep Borrell, ha denunciato "l'escalation di sentimenti antirussi nell'Unione Europea e la comparsa di nuove, pretestuose fonti di tensione nella relazioni con la Russia", sottolineando che "non sono utili alla stabilizzazione dell'Europa".
E riferendosi direttamente a "determinati Paesi, che guidano la strada in Europa", il capo della diplomazia russa ha esortato a smettere di assumere "una posizione di superiorità e ammettere l'assenza di un'alternativa a un dialogo franco basato sui fatti". Lavrov, in una successiva apparizione a un convegno, è stato ancora più netto, affermando che "se le persone responsabili della politica estera occidentale non comprendono la necessità di un dialogo basato sul rispetto reciproco, forse dovremmo smettere di parlare con loro per un po', soprattutto dopo che Ursula von der Leyen ha affermato che difficilmente ci potrà essere una partnership geopolitica con le attuali autorità russe".
"Se è quello che vogliono, cosi' sia", ha chiosato. "L'Ue sostituisce sempre piu' l'arte diplomatica con le sanzioni", "una linea che non potrà restare senza
conseguenze", ha poi minacciato il capo della diplomazia russa, durante la conferenza stampa con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in visita a Mosca.
Un'occasione in cui ha espresso forte apprezzamento per "l'atteggiamento e la posizione costruttiva italiana", ribadendo la sua "preoccupazione" per i "passi ostili di Bruxelles" e "in particolare di alcuni membri Ue russofobi" che "minano la cooperazione".
Da parte sua, il titolare della Farnesina ha rilanciato "il forte auspicio dell'Italia" per "un'inchiesta giudiziaria" russa che "faccia piena luce" sull'accaduto. D'altra parte, incontrando il ministro russo per Commercio e Industria, Denis Manturov prima di vedere Lavrov, Di Maio aveva sottolineato che la sua presenza a Mosca "è la conferma" della volontà italiana di "mantenere aperti i canali di dialogo con la Federazione russa".