AGI - Difficile 'azzeccare' il nome di chi verrà insignito dal Nobel per l'Economia 2020: tradizionalmente, infatti, qualsiasi previsione della vigilia - il vincitore verrà reso noto domattina - viene stravolta e non è escluso che anche per questa edizione ci sia qualche sorpresa. Si tratta del 52esimo nella storia del Nobel, ed è la più 'giovane' tra le categorie essendo stata introdotta solo nel 1969. E se il premio negli altri settori è stato istituito dal chimico e industriale svedese Alfred Nobel nel 1895, questo invece è nato per iniziativa della Banca di Svezia che tuttora lo finanzia.
Non è solo un riconoscimento importante dal punto di vista professionale ma anche piuttosto cospicuo sotto il profilo strettamente finanziario, visto che l'Accademia Reale Svedese riconosce al vincitore una gratifica economica di 960.000 euro. Premio comunque andato principalmente (per ben 45 volte) ad economisti statunitensi (secondi gli inglesi, con 8 vincitori) e una sola volta (nel 1985) è stato assegnato ad un italiano, Franco Modigliani. E solo due volte ad una donna: fu nel 2009 l'economista americana Elinor Ostrom a essere premiata, e poi l'anno scorso a Esther Duflo assieme ad Abhijit Banerjee e Michael Kremer "per il loro approccio sperimentale nella lotta contro la povertà nel mondo".
Quest'anno sono numerosi i papabili: le quotazioni danno John List come primo della lista. Economista americano presso l'Università di Chicago, dove ricopre il ruolo di professore di servizio distinto di Kenneth C. Griffin, List si è distinto non solo per gli innumerevoli esperimenti nel campo della raccolta di fondi di beneficenza per conoscere la scienza della filantropia, ma anche nello studio delle teorie economiche comportamentali e come si applicano nel mondo reale, dal comportamento dei prezzi alla discriminazione sul mercato, alla valutazione di beni e servizi non commercializzati.
Non solo List, anche quest'anno sono in 'pole' economisti inglesi o americani: potrebbe essere insignita un'altra volta una donna? Nulla è escluso visto che da più parti è stato lamentato il fatto che il gentil sesso non abbia mai ottenuto un riconoscimento del genere. E poi secondo Hubert Fromlet, professore svedese ed 'esperto' di Nobel, se tra gli anni Ottanta e Novanta la ricerca in campo economico era esclusivo appannaggio degli uomini, sarebbe ora tempo di cambiare aria visto gli importanti progressi ottenuti dalle varie 'cervellone' negli ultimi decenni.
Ad ogni modo, quest'anno nella rosa dei papabili figura anche un altro americano, Richard S. Grossman, professore di economia alla Wesleyan University di Middletown, CT e visiting scholar presso l'Istituto di Scienze Sociali Quantitative dell'Università di Harvard. E' esperto di questioni politiche in macroeconomia, banche e finanza. In particolare, si concentra sui legami tra il settore finanziario e l'attività economica aggregata e su come le forze economiche e politiche plasmano la struttura finanziaria. Un altro professore, Albert "Pete" Kyle, potrebbe ricevere quest'anno il Nobel: è stato professore alla Princeton University (1981-1987), all'University of California Berkeley (1987-1992) e alla Duke University (1992-2006). La sua ricerca si è sempre concentrata sul trading, in particolare sulla manipolazione del mercato e la volatilità dei prezzi. La sua attenzione si è focalizzata nei suoi studi anche sul venture capital e sul private equity, nonché sulla finanza aziendale, il prezzo delle opzioni e il prezzo degli asset.