AGI - Un accordo con l'hotel oggetto di una recensione negativa su Internet ha evitato a un cittadino statunitense che vive in Thailandia una possibile condanna a due anni di carcere per diffamazione. In virtù dell'accordo, entrambe le parti hanno accettato di ritirare la denuncia presentata dall'hotel Sea View Resort & Spa Koh Chang.
L'americano Wesley Barnes, che ha trascorso due notti in carcere fino a quando non ha pagato la cauzione, ha accettato di compiere una serie di azioni prima del 30 ottobre come risarcimento, come le scuse all'hotel, alle autorità provinciali e ai media che hanno riferito sulla controversia.
Inoltre, il turista deve fornire una spiegazione all'Ambasciata degli Stati Uniti a Bangkok e chiedere al portale turistico TripAdvisor, dove ha pubblicato le recensioni negative, di ritirare il post pubblicato negativo per l'hotel.
Intanto, proprio per questa vicenda, Tripadvisor ha fissato un avviso sulla pagina delle recensioni dell'hotel: "A causa di un evento recente che ha attirato l'attenzione dei media e causato un afflusso di recensioni che non descrivono un'esperienza in prima persona, abbiamo temporaneamente sospeso la pubblicazione di nuove recensioni per questo profilo. Se hai avuto un'esperienza diretta presso questa struttura e vuoi lasciare un contributo, riprova a breve. Non vediamo l'ora di ricevere la tua recensione".
Barnes ha soggiornato al Sea View Resort alla fine di giugno e in seguito ha lasciato commenti negativi su TripAdvisor criticando i dipendenti della struttura, che in seguito hanno difeso i loro lavoratori e hanno dato la loro versione di ciò che è successo.
Dopo aver rifiutato di ritirare i commenti, Barnes è stato accusato di diffamazione e trattenuto il 12 settembre per due giorni fino a quando non ha pagato una cauzione di 100.000 bat (2.700 euro), con l'obbligo di comparire davanti a un giudice per rispondere all'accusa di diffamazione, che comporta una possibile pena fino a due anni di carcere.
La controversia è sorta quando i lavoratori dell'hotel hanno informato il turista che doveva pagare una tassa se voleva bere in albergo bevande acquistate fuori dalla struttura, mentre il turista ha accusato il gestore dell'esercizio di essere "estremamente scortese con i clienti" e di trattare gli altri lavoratori "come schiavi".