AGI - Il presidente russo Vladimir Putin ha invitato i ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian a un incontro oggi a Mosca per discutere della guerra nel Nagorno-Karabakh e per studiare un possibile cessate il fuoco "per motivi umanitari". "L'Armenia è pronta a riprendere i colloqui mediati a livello internazionale con l'Azerbaigian per risolvere il trentennale conflitto sulla regione del Nagorno-Karabakh, ha detto il primo ministro Nikol Pashinyan, "siamo pronti alla ripresa del processo di pace in accordo con le recenti dichiarazioni dei presidenti e dei ministri degli Esteri del Gruppo di Minsk", ha detto Pashinyan riferendosi alla mediazione condotta da Russia, Usa e Francia.
"Dopo una serie di telefonate con il presidente azero Ilham Aliev e il primo ministro armeno Nikol Pashkin, il presidente della Federazione Russa chiede la fine dello scontro armato nella zona di conflitto del Nagorno-Karabakh per motivi umanitari, al fine di scambiare i corpi dei morti e dei prigionieri", afferma il Cremlino in una nota. Putin ha invitato i ministri degli Esteri di Azerbaigian e Armenia, Jeihun Bayramov e Zohrab Mnatsakanian "a Mosca il 9 ottobre per tenere consultazioni su questi temi con la mediazione del capo della diplomazia russa", Sergey Lavrov.
L'ambasciatore armeno a Mosca, Vardan Togonian, ha confermato che il ministro degli Esteri del suo Paese parteciperà alle consultazioni nella capitale russa. "Stiamo esaminando i dettagli. Posso confermare che lui (Mnatsakhan) verrà a Mosca nel pomeriggio e che ci saranno consultazioni", ha detto il diplomatico.
Il 27 settembre, nel Nagorno-Karabakh (regione contesa dal 1991, dopo la dissoluzione dell'Urss) è ricominciata una guerra che ha causato la morte di decine di civili e soldati ed è già piu'ù grave della Quattro Giorni del 2016, sia per intensità che per durata. I canali diplomatici per fermare questa guerra sono in pieno fermento e ieri Bayramov è andato a Ginevra per incontrare i co-presidenti del gruppo di Minsk dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), cio+ Stati Uniti, Russia e Francia, per trasmettere loro la posizione di Baku.
Il conflitto armeno-azero risale all'epoca sovietica, quando alla fine degli anni Ottanta il territorio azero del Nagorno-Karabakh, popolato per lo più da armeni, chiese di essere incorporato nella vicina Armenia. In seguito scoppiò una guerra che ha causato circa 25.000 morti. Alla fine dei combattimenti, che durarono fino al 1994, le forze armene presero il controllo del Nagorny Karabakh e occuparono anche vasti territori azeri, che chiamarono la "striscia di sicurezza", per unirla all'Armenia.
L'Azerbaigian sostiene che la soluzione del conflitto con l'Armenia implica necessariamente la liberazione dei territori occupati, una richiesta che è stata sostenuta da diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu. L'Armenia sostiene il diritto all'autodeterminazione del Nagorno-Karabakh e sostiene la partecipazione dei rappresentanti del territorio separatista ai negoziati per la risoluzione del conflitto.