AGI - Non si ferma la spirale di violenza innescata, nello stato messicano del Guanajuato, dall'arresto, avvenuto lo scorso agosto, di Josè Antonio Yepez Ortiz, detto 'El Marro', il leader del cartello della droga di Santa Rosa de Lima. Nella prima settimana di ottobre sono avvenuti nel territorio 103 omicidi, circa un quinto di quelli registrati in tale periodo a livello nazionale.
È la spietata vendetta dei lealisti del 'Marro' contro gli scissionisti che, dopo l'arresto di Ortiz, hanno dato vita a un'organizzazione concorrente, il Cartel Jalisco Nueva Generacion, che sta cercando di strappare ai vecchi compagni il controllo del narcotraffico locale. "Quando si tratta di crimine organizzato, non è sufficiente arrestare i capi delle bande perche' ne sorgono altri o arrivano altre bande, non ci sono vuoti, vengono riempiti", ha spiegato in conferenza stampa il presidente messicano, Andres Manuel Lopez Obrador. (
Il giorno più sanguinoso è stato lo scorso 5 ottobre, quando nel Guanajuato furono uccise 32 persone, circa un terzo di quelle assassinate in tutto il Messico in quelle 24 ore. Gli omicidi avvengono in pieno giorno nei locali pubblici e nessun luogo appare al sicuro: né i bar, né i ristoranti, né i locali notturni. Persino i funerali delle vittime diventano ghiotte occasioni per i sicari.
Ancora il 5 ottobre, cinque persone sono state uccise a Jaral del Progreso mentre partecipavano alle esequie di un altro narcotrafficante. Nella stessa città, una settimana prima, undici persone erano state massacrate all'interno di un bar. I locali presi di mira dalla rappresaglia di Adan Ochoa, detto "el Azul" in riferimento al colore dei cristalli di metanfetamina, non sono solo quelli frequentati dai rivali ma anche gli esercizi che hanno iniziato a pagare il pizzo agli scissionisti invece che al cartello di Santa Rosa. Nel Guanajuato sono state uccise 3.032 persone nei primi sette mesi dell'anno, a fronte di 23.471 omicidi commessi in tutto il Paese dall'inizio di gennaio alla fine di agosto.