Scalpita. Non ne può più di starsene rinchiuso alla Casa Bianca per il Covid-19, soprattutto mentre lo sfidante democratico Joe Biden cresce nei sondaggi in vista del voto del 3 novembre. Secondo il New York Times ha “implorato” i suoi collaboratori di farlo tornare subito in pista, con eventi e comizi elettorali. Come se avesse bisogno di implorare. Donald Trump è il presidente degli Stati Uniti, l’uomo più potente del pianeta e di solito, se qualcuno gli si mette di traverso, lui lo licenzia.
“Penso che farò un comizio sabato sera, se riuscirò ad organizzarlo in tempo, ma vogliamo farlo, probabilmente in Florida. Potrei tornare indietro e farne un altro la sera successiva in Pennsylvania”, dichiara il tycoon durante la seconda intervista della giornata a Fox News, rilasciata ad uno dei suoi anchor preferiti, Sean Hannity, che vorrebbe tra i moderatori dei dibattiti presidenziali (se saranno confermati). “Ci vorrebbe un anchor equo – dice - qualcuno come il grande Sean Hannity”. Ribadisce di “stare bene” ma la voce a tratti rauca lo tradisce, costringendolo ad una pausa di qualche secondo, a microfono spento, per tossire o schiarirsi la voce.
Dal medico curante Sean Conley era già arrivato il disco verde, a meno di una settimana dallo “spettacolare” ritorno in elicottero alla Casa Bianca (lunedì), dopo il ricovero al Walter Reed Medical Center per il Covid: "Mi aspetto che il presidente possa riprendere le sue attività senza rischi sabato (domani, ndr), il decimo giorno dalla diagnosi fatta giovedì scorso".
Se sia ancora contagioso o meno, per ora non è dato saperlo. Trump ha detto che farà il tampone, “quello vero”, oggi “perché non c’è alcuna ragione di fare il test in continuazione”.
Durante l’erratica intervista serale, il tycoon ha sfiorato anche il delicato tema dell’aborto, definendolo “un’esecuzione prematura”. Ha insistito sull’”incredibile” efficacia del cocktail di anticorpi monoclonali di Regeneron che gli è stato somministrato durante il ricovero e che è stato testato su cellule Hek (Human Embryonic Kidney), isolate negli anni Settanta dal tessuto di un feto abortito, ma che da allora sono state modificate e moltiplicate in laboratorio al punto da non essere più considerata materiale embrionale.
Sempre su Fox News, Trump aveva iniziato la giornata, con il gran rifiuto a partecipare in forma virtuale al secondo confronto presidenziale in tv (fissato per il 15 ottobre a Miami). Ha proposto di posticiparlo alla settimana successiva: “Non sprecherò il mio tempo con un dibattito virtuale”.
La campagna di Biden ha acconsentito e a quel punto il comandante in capo ha chiesto di far slittare anche l’ultimo dei tre duelli in tv al 29 ottobre, cioè a dire 4 giorni prima dell’Election Day. A quel punto è stato l’ex vice presidente a sfilarsi, pretendendo che quello del 22 ottobre diventasse il confronto finale. Una estenuante girandola, tutt’altro che finita.
Al momento il duello televisivo del 15 ottobre sembra destinato a saltare, sostituito da due iniziative separate dei contendenti (un town hall di Biden sulla Abc e un comizio del capo della Casa Bianca) mentre quello del 22 dovrebbe svolgersi in presenza. Nel 2016 il tycoon non partecipò per protesta ad un dibattito delle primarie del Grand Old Party (Gop) senza minimamente risentirne.
Anzi, la sua contro programmazione ricevette molta più attenzione. Ma non è detto che la strategia funzioni anche quest’anno. Il primo faccia a faccia televisivo di America2020 è stato seguito da 73 milioni di persone, un’audience irraggiungibile con un comizio o con un’intervista a Fox (seguita in media da 4 milioni di telespettatori). Non c’è paragone. Perfino la sfida in tv tra i candidati vice, Kamala Harris e Mike Pence, è stata da record con quasi 58 milioni di telespettatori, la seconda più seguita della storia tra i numeri due.
La Speaker della Camera Nancy Pelosi ha esortato Trump a rivelare quando è stata l’ultima volta in cui è risultato negativo (“perché la Casa Bianca non comunica al paese questa importante informazione?) ed ha evocato il ricorso al 25esimo Emendamento della Costituzione americana , quello che prevede la possibilità di rimuovere un presidente in carica se giudicato incapace di svolgere le sue funzioni. Nel caso, i poteri passerebbero al vice presidente.
Quella dei dem è qualcosa di più di una semplice provocazione considerando che in Aula è stato presentato un provvedimento per istituire una commissione sul 25esimo Emendamento. “È la pazza Nancy a dover essere messa sotto osservazione. Non a caso la chiamano pazza”, si è infuriato The Donald mentre il Gop ha denunciato il tentativo di “un colpo di Stato”. Il tutto mentre l’Fbi rivelava di aver sventato un piano per rapire ed eventualmente uccidere la governatrice del Michigan, la democratica Gretchen Whitmer, che ha denunciato una escalation di retorica violenta nei suoi confronti dopo che Trump le ha puntato il dito contro per aver imposto il lockdown più stringente della nazione. Tredici persone sono state incriminate: il loro obiettivo sarebbe stato quello di scatenare una guerra civile, attuando il piano prima dell’Election Day.
Complice la pandemia, il voto anticipato ha intanto raggiunto livelli senza precedenti: oltre 6 milioni di preferenze già espresse, ovvero il 70% in più rispetto al 2016 in questa stessa fase della campagna (dati United States Election Project). Il candidato dem si conferma in testa a livello nazionale (avanti di 12 punti secondo l’ultimo sondaggio Rasmussen), ma negli Stati in bilico (Florida e Pennsylvania in particolare), quelli che decideranno l’elezione, la gara resta sul filo di lana.
Nella media dei sondaggi di Real Clear Politics, Biden è in vantaggio di quasi 10 punti. Perché dovrebbe rischiare di compromettere questo margine con ulteriori dibattiti? Sulla carta è Trump che ha disperatamente bisogno di un cambio di gioco e nei dibattiti l’approccio disinvolto che lo caratterizza tende a premiarlo. “La Commissione sui dibattiti presidenziali sta tentando di proteggere Biden”, accusa The Donald, contestando la proposta di un corpo a corpo virtuale. Ma se un dibattito web è problematico, saltare il confronto potrebbe essere anche peggio.
Trump lo sa bene e la capacità di improvvisare non gli manca. Chissà se il suo minacciato boicottaggio non sia un bluff per ottenere condizioni migliori. “La cosa peggiore che si possa fare per un accordo è dimostrare di voler disperatamente raggiungerlo - teorizza Trump in “The Art of The Deal” – fa sentire all’altro l’odore del sangue, e allora sei morto”. Il presidente ha bisogno di fare il dibattito, ma deve farlo di persona. Siamo a William Shakespeare ai tempi della televisione, l'Amleto a 60 pollici: esserci o non esserci, questo è il dilemma