AGI - Super favorita è l'Organizzazione mondiale della Sanità, per ovvi motivi, ma sperano nel Premio Nobel per la Pace - che verrà assegnato venerdì - anche la giovane attivista svedese per il clima, Greta Thunberg (la favorita dell'anno scorso) e i gruppi per la tutela della libertà di stampa. L'Oms potrebbe essere ostacolata dalle tempistiche: le candidature di solito si chiudono il 31 gennaio, quindi ben prima della pandemia dichiarata a marzo.
Il Premio per la Pace - momento clou della stagione dei Nobel e l'unico dei sei che viene assegnato a Oslo - innesca sempre una partita di scommesse, resa particolarmente complicata dal fatto che l'elenco dei candidati venga tenuto segreto per almeno 50 anni. Si conosce solo il loro numero: quest'anno sono 318, 211 persone e 107 organizzazioni, secondo il Nobel Institute. Gli esperti hanno quindi molto su cui lavorare per avanzare previsioni azzeccate.
"In assenza di un chiaro leader, penso che potremmo e dovremmo vedere il premio assegnato a un'organizzazione ombrello per giornalisti o singoli giornalisti che lavorano sul campo", ha suggerito Henrik Urdal, direttore del Peace Research Institute di Oslo.
"Durante i conflitti, è estremamente importante che i giornalisti contribuiscano a fornire informazioni su ciò che sta accadendo, sia per ritenere le parti in conflitto responsabili delle loro azioni, sia per fornire informazioni al mondo esterno che danno ai governi l'opportunità di valutare la situazione e le possibili misure", ha spiegato.
Sia Reporter Senza Frontiere, nota con l'acronimo francese Rsf, sia il Comitato per la protezione dei giornalisti con sede negli Stati Uniti, vengono menzionati nella rosa delle possibilità.
E torna papabile anche Greta Thunberg, da sola o con altri attivisti contro il cambiamento climatico. Era la favorita per il premio l'anno scorso, vinto poi dal premier etiope, Abiy Ahmed, per aver contribuito a porre fine a vent'anni di stallo del dopoguerra con l'Eritrea.
Per lo storico del Nobel, Asle Sveen, Rsf è la sua prima scelta, ma Greta resta "assolutamente una possibile candidata". In caso di vittoria, sarebbe la seconda più giovane vincitrice nei quasi 120 anni di storia dei Premi Nobel, dopo Malala Yousafzai, attivista pakistana per il diritto dell'istruzione femminile.
Nel frattempo, la pandemia di coronavirus ha spinto l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in testa nei siti di scommesse online, subito prima di Greta. Sarebbe un modo per il Comitato norvegese per il Nobel, composto da cinque membri, di onorare l'approccio multilaterale dell'agenzia delle Nazioni unite al virus.
Ma anche l'Oms è stata duramente criticata per la sua lentezza nella risposta, mentre il presidente americano, Donald Trump, l'ha accusata di cedere all'influenza cinese. Inoltre non è noto se l'Oms sia stata candidata per tempo. Il nuovo coronavirus è stato definito pandemia l'11 marzo, mentre la scadenza per le candidature ai premi per la pace era il 31 gennaio e i membri del comitato Nobel possono solo aggiungere i propri suggerimenti alla loro prima riunione dell'anno a febbraio.
Altri nomi che girano ad Oslo includono l'organizzazione non governativa tedesca Transparency International, il Programma alimentare mondiale (Wfp), l'Onu e il suo segretario generale Antonio Guterres, la cancelliera tedesca Angela Merkel e la politica afghana e attivista per i diritti delle donne Fawzia Koofi.
Tra i candidati resi noti, per scelta dei loro proponenti, ci sono gli attivisti di Hong Kong, la Nato, il leader indigeno brasiliano e ambientalista Raoni Metuktire, il trio di whistleblower di Julian Assange, Edward Snowden e Chelsea Manning, nonché l'ex primo ministro greco Alexis Tsipras e la sua controparte macedone Zoran Zaev.
Sebbene il presidente americano, Donald Trump, sia stato nominato da due parlamentari scandinavi, non è noto se sia tra i candidati di quest'anno. Nonostante lui stesso nomini spesso nei suoi tweet questa possibilità. Per gli esperti è un'ipotesi remota.