AGI - "Rimpatriare e perseguire i terroristi è il modo più efficace per impedire loro di tornare sul campo di battaglia". Il segretario di Stato americano Mike Pompeo, in una nota, "elogia" per L'Italia per l'arresto in Siria della foreign fighter Alice Brignoli, 42 anni, rimpatriata con i suoi 4 figli, "che ora potranno avere la possibilità di una vita migliore". La donna era andata a in Siria con il marito e i figli a combattere con l'esercito del califfato.
"L'Italia ha dimostrato il suo costante impegno... rimpatriando una cittadina italiana che è accusata di essere una sostenitrice dell'Isis in Siria che sarà sottoposta a processo", osserva il capo della diplomazia Usa. Washington "loda il governo italiano per l'importante esempio" incoraggiando "tutte le nazioni a rimpatriare e perseguire i loro cittadini che sono andati in Siria e in Iraq per sostenere l'Isis".
In una intervista a Fox News, Pompeo parla anche dei rapporti con il Vaticano: "Abbiamo avuto una discussione costruttiva. Abbiamo obiettivi condivisi. Li abbiamo esortati a prendere una posizione più forte ad esprimere la loro testimonianza contro queste violazioni (dei diritti umani) che avvengono in Cina".
"Con il presidente Donald Trump, gli Stati Uniti stanno lavorando su questa questione ora da tre anni e mezzo - rimarca - continuiamo a volere una vita migliore per il popolo della Cina. Per noi è importante e per me è anche una questione personale come uomo di fede. Spero che insieme otterremo risultati migliori per le minoranze religiose in Cina".
"Forte intesa su risposta a sfida cinese"
"Abbiamo una forte intesa con l'Italia sulla risposta alla sfida cinese" dichiara il segretario di Stato Americano in un'intervista a Repubblica, nella quale spiega: "Conosciamo il pericolo portato dai regimi autoritari, l'Europa sa quali minacce posso venire dalle iniziative dei comunisti ed ora stiamo osservando con attenzione le loro azioni quando si manifestano. Siamo concentrati su Huawei ma, più in generale, i loro investimenti non sono privati perche' vengono sovvenzionati dallo Stato".
Secondo il segretario di Stato di Trump, non si tratta dunque di "transazioni trasparenti, libere e commerciali come tante altre nel mondo bensì vengono eseguite a beneficio esclusivo del loro apparato di sicurezza" ma invece "sono azioni predatorie che nessuna nazione deve, puo' consentire".
"C'è il partito comunista cinese all'origine di questi rischi e minacce. Per questo Europa e Stati Uniti devono unire gli sforzi: al fine di impedirgli di avere successo in ciò che stanno provando a realizzare", dichiara Pompeo, secondo cui "il mondo intero era addormentato davanti alla minaccia cinese, inclusi gli Stati Uniti. E' stato l'intervento del presidente Donald Trump a far aprire gli occhi a tanti. Ora prendiamo questa minaccia molto seriamente e lo stesso vale per l'Europa. Il governo italiano inizia adesso a vedere con chiarezza quali sono i rischi associati agli investimenti provenienti dal partito comunista cinese".
Per Pompeo, poi, i settori dell'economia italiana in cui gli interventi cinesi sono più aggressivi sono "il sistema di telecomunicazioni, della gestione dei dati e delle infrastrutture più tradizionali come strade, ponti e soprattutto porti marittimi, verso i quali i cinesi sono molto attivi. Si presentano con ingenti fondi sussidiati dal capitalismo di Stato rendendo molto difficile per le aziende europee competere per appalti e commesse sul piano finanziario. Si pone così un grave rischio per la sicurezza nazionale che i governi europei, incluso quello italiano, devono prendere molto seriamente quando si trovano davanti a simili offerte da parte cinese".
Quanto alle modalità con le quali in materia si sta muovendo il premier italiano Conte e tutto il governo, Pompeo risponde: "Stanno dimostrando molta serietà e lo apprezziamo. Ma non mi sorprende perché con l'Italia condividiamo gli stessi valori, comprendiamo i rischi che vengono dall'avere relazioni con i regimi autoritari impegnati in attività predatorie. Sono rassicurato dalle iniziative adottate dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal suo ministro degli Esteri davanti alle mosse compiute dal partito comunista cinese in Italia".