AGI - Visita di due giorni a Roma e in Vaticano per il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, che atterrerà domani mattina a nella capitale. Il capo della diplomazia Usa non incontrerà Papa Francesco (è prassi che il pontefice non riceva autorità politiche durante la campagna elettorale, in questo caso statunitense), ma vedrà il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, e il segretario per i Rapporti con gli Stati, l'arcivescovo Richard Gallagher.
Pompeo interverrà domani mattina al simposio su "I progressi e la difesa della libertà religiosa attraverso la diplomazia", organizzato nell'ambasciata americana presso la Santa Sede, mentre giovedì mattina si recherà alla Comunità di Sant'Egidio, dove incontrerà un gruppo di responsabili. La tappa vaticana è particolamente delicata alla luce delle critiche lanciate dallo stesso Pompeo pochi giorni fa dalle pagine della rivista "First Things" contro l'accordo stretto due anni fa tra la Santa Sede e la Cina sulla nomina dei vescovi.
Denunciando i continui abusi del Partito comunista sui cattolici cinesi, il capo di Foggy Bottom ha esortato il Vaticano a non rinnovare l'intesa con Pechino, avvertendolo che, in caso contrario, metterebbe "a rischio la sua autorità morale". Il dossier cinese con le sue ramificazioni, dal 5G alla Nuova Via della Seta, sarà affrontato anche nel corso dell'incontro con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, con il quale Pompeo terrà una conferenza stampa nel pomeriggio alla Farnesina.
Sul tavolo anche altri temi, dall'epidemia di coronavirus alla Libia, fino alle tensioni nel Mediterraneo orientale. Pompeo arriverà in Italia sulla scia di una visita di due giorni in Grecia, alla luce del forte attrito tra due alleati Nato, Atene e Ankara, nuovamente ai ferri corti dopo la spinta impressa dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, alle esplorazioni per la ricerca di idrocarburi nelle acque contese. Il capo di Foggy Bottom, che ha visto l'omologo Nikos Dendias e il premier Kyriakos Mitsotakis con il quale ha anche visitato la base Nato di Souda sull'isola di Creta, ha esortato le parti a riprendere il dialogo per risolvere la querelle in modo pacifico, secondo il diritto internazionale.
Il giorno prima, celebrando la forte relazione tra Stati Uniti e Grecia degli ultimi decenni, a Salonicco aveva firmato un accordo bilaterale in materia di scienza e tecnologia e aveva incontrato imprenditori del settore energetico per una discussione sulla diversificazione della produzione energetica e progetti infrastrutturali in Grecia. E proprio nel suo ultimo giorno in Grecia, il capo della diplomazia statunitense ha anche invitato le parti in conflitto nel Nagorno-Karabakh a "porre fine alla violenza e riprendere i negoziati il prima possibile".
Ma ha anche accusato la Russia di cercare "di destabilizzare la regione, in particolare in Libia", e ha criticato la Cina per "aver cercato di usare il suo potere economico lì e nella regione per cercare di trarre vantaggi strategici rispetto alle democrazie europee". Al termine della 'due giorni' a Roma, Pompeo partirà per la Croazia.