AGI - L'Azerbaigian guarda all'Italia, partner strategico e possibile nuovo hub del gas per l'Europa, come alleato nella soluzione del conflitto con l'Armenia per il Nagorno-Karabakh. A parlare con l'AGI è l'ambasciatore di Baku in Italia, Mammad Ahmadzada, profondo conoscitore dell'Italia (parla perfettamente l'italiano) e accanito sostenitore delle relazioni tra i due Paesi.
"Guardiamo al Trentino Alto Adige come modello di autonomia"
Non solo, dalla penisola potrebbe anche arrivare per l'Azerbaigian un modello di autonomia da seguire, come quello del Trentino Alto Adige, punto di riferimento per la definizione di uno status di autonomia per la regione azerbaigiana di Nagorno-Karabakh all'interno dei confini dell'Azerbaigian". "Per questo - ha spiegato Ahmadzada - il Paese potrebbe essere coinvolto in maniera intensa".
"Per l'Azerbaigian l'Italia è un eccellente partner strategico. Siamo convinti che il Paese, che ha modelli molto interessanti di autonomia da offrire, come ad esempio il Trentino Alto Adige, possa portare un contributo chiave alla risoluzione del conflitto del Nagorno Karabakh tra Armenia e Azerbaigian" ha detto. "L'Italia e l'Azerbaigian sono ormai da anni partner strategici, con una cooperazione a trecentosessanta gradi che dalla politica all'economia, fino a toccare gli ambiti culturale e accademico".
Proprio a febbraio scorso il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev era stato in Italia in visita di Stato ed erano stati firmati ben 28 accordi, tra cui, con il premier Giuseppe Conte, la "Dichiarazione Congiunta sul Rafforzamento del Partenariato Strategico Multidimensionale", che il presidente dell'Azerbaigian ha definito come "un documento politico estremamente serio, approfondito e dettagliato, che copre tutti i settori delle nostre relazioni e identifica le priorità chiave per la nostra futura cooperazione".
Italia hub energetico dell'Europa
L'Italia è anche il principale partner commerciale dell'Azerbaigian, che rappresenta il primo fornitore di petrolio e proprio quest'anno, grazie al completamento del Corridoio Meridionale del Gas, potrebbe acquistare il ruolo di hub energetico per l'Europa.
"L'Italia è un Paese strategico per l'Azerbaigian - ha spiegato il diplomatico - A livello politico è stato il primo presidente della conferenza di Minsk dell'Osce, che oggi si chiama gruppo di Minsk".
L'ambasciatore ha ricordato che nel 1993 l'allora sottosegretario agli Esteri, presidente della conferenza di Minsk, Mario Raffaelli, aveva preparato una tabella di programma per il ritiro delle forze di occupazione armene, proposta però non accettata dall'Armenia. "L'Italia ha una memoria istituzionale sul conflitto. Poi ha rapporti stretti con nostra regione, in particolare con l'Azerbaigian, dove ha interessi vitali per la propria economia".
"Ripristino dell'integrità territoriale e rientro dei profughi azeri"
La richiesta di Baku, non solo all'Italia ma a tutta la comunità internazionale è quella di un sostegno al "ripristino dell'integrità territoriale e al rientro dei profughi azerbaigiani nei loro territori, oggi sotto occupazione da parte dell'Armenia". "L'Azerbaigian combatte nel suo territorio per liberare le sue terre e proteggere la sua popolazione e non ha nessun obiettivo in territori di altri Paesi", ha detto il diplomatico. E' dunque importante che "la comunità mondiale capisca che e' l'Armenia l'aggressore mentre l'Azerbaigian e' solo una vittima". "L'Armenia - ha aggiunto il diplomatico - ha occupato militarmente circa il 20% del territorio dell'Azerbaigian, inclusa la regione azerbaigiana del Nagorno Karabakh e sette distretti adiacenti, che prima del conflitto erano abitati solo da azerbaigiani. Tale occupazione ha avuto una drammatica ricaduta sociale, causando piu' di 1 milione di rifugiati e profughi interni azerbaigiani".
"Quello che sta facendo l'esercito dell'Azerbaigian - ha spiegato il diplomatico - sono azioni di risposta, perché siamo stati attaccati ieri mattina dall'esercito dell'Armenia, che non ha preso di mira solo le posizioni militari azerbaigiane ma gli insediamenti civili. Ieri, in un attacco pesante è stata uccisa un'intera famiglia, inclusi due bambini". Quella dell'Armenia, "è una politica aggressiva che dura da 30 anni durante i quali hanno occupato il 20% dei nostri territori, incluso il Nagorno-Karabakh".
"In questi territori - ha proseguito l'ambasciatore - ci sono state azioni di pulizia etnica nei confronti degli azerbaigiani. Nei territori occupati ormai non e' rimasto un solo azerbaigiano". Si tratta, ha ribadito l'ambasciatore, della violazione di quattro risoluzioni dell'Onu, che hanno riconosciuto la regione del Nagorno Karabakh come parte dell'Azerbaigian e hanno chiesto all'Armenia di ritirare le sue forze armate dai territori occupati".
Ahmadzada ha anche ricordato che il cambio di leadership in Armenia con l'avvento di Nikol Pashinyan, "che ha rovesciato la precedente giunta militare criminale in quel paese", aveva fatto sperare in un cambiamento: "Ma le promesse di sviluppo non sono state mantenute e, a fronte dell'insoddisfazione del suo popolo sembra aver ancor più radicalizzato la sua posizione".
"L'Armenia cerca di ostacolare i progetti infrastrutturali"
In gioco ci sono, non solo gli equilibri del Caucaso, e il già incandescente rapporto tra Turchia e Russia, ma anche i progetti infrastrutturali del Corridoio meridionale del gas, con la variante Tap che arriverà fino in Puglia, e quello dell'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan. Entrambi destinati a portare una grande quantità di gas e petrolio in Europa e in Italia. Con il completamento del Corridoio Meridionale del Gas, l'Azerbaigian infatti inizierà a fornire anche gas all'Italia e quando il Tap (Trans Adriatic Pipeline) funzionerà a pieno regime arriveranno sulle coste pugliesi 8 miliardi cubi di gas ogni anno inizialmente.
"Non è casuale che l'Armenia abbia iniziato le sue operazioni militari a luglio nel distretto sul confine armeno-azerbaigiano di Tovuz, attraversato da tutti i progetti di infrastrutture per l'energia, pochi mesi prima dell'entrata in funzione del Corridoio Meridionale del Gas" ha affermato l'ambasciatore. "C'è una volontà di ostacolare il funzionamento di questi progetti che hanno un'importanza strategica per l'Europa e anche per il vostro Paese".
Importante quindi è trovare la soluzione a una crisi che rischia di sabotare equilibri geopolitici importanti ma soprattutto di fabbisogno energetico.
"Il gruppo di Minsk e' la sede giusta per risolvere il conflitto ma starà alla comunità internazionale e all'Italia, che è membro del Gruppo, comprendere le differenze tra vittima e aggressore e costringere l'Armenia ad abbandonare la politica di aggressione e ritirarsi dai nostri territori. L'esperienza - ha concluso Ahmadzada - ha dimostrato che l'approccio bilanciato verso le parti e il metterle sullo stesso piano non ha portato nessun risultato, anzi ha avallato la politica di aggressione dell'Armenia e il suo non rispetto per il diritto internazionale, come dimostrato dai fatti di questi giorni".