AGI - L'amministrazione americana di Donald Trump ha definito New York, Seattle e Portland come focolai di "anarchia", minacciando di tagliare loro i fondi federali per soffocare i disordini. Il dipartimento di Giustizia ha accusato i sindaci delle tre città, tutti democratici, di non riuscire a controllare le rispettive popolazioni, come dimostra un'impennata di sparatorie, proteste e saccheggi. Tra le citate, mancano però quelle in Minnesota e Wisconsin, dove da mesi ci sono proteste ma che sono considerate cruciali alle elezioni presidenziali di novembre.
"Quando i leader statali e locali impediscono ai loro stessi agenti di fare il loro lavoro, mettono a rischio cittadini innocenti che meritano di essere protetti, compresi quelli che cercano pacificamente di riunirsi e protestare", ha affermato il ministro della Giustizia, Bill Barr, esprimendo la "speranza che le città identificate invertano la rotta e diventino serie nello svolgere la funzione di base di governo e inizino a proteggere i propri cittadini".
Un attacco respinto dal primo cittadino della Grande Mela, Bill de Blasio, convinto che si tratti di "un altro dei giochini del presidente Trump", dal momento che "non si basa minimamente su fatti". "E' un insulto alla gente di New York City", ha aggiunto, sostenendo che il tentativo del capo della Casa Bianca di "trattenere i nostri finanziamenti è incostituzionale".