AGI - "Ciao, sono Navalny. Mi siete mancati". Per la prima volta da quando, poco meno di quattro settimane fa, collassò mentre si trovava in volo dalla Siberia a Mosca, il dissidente russo si è fatto vivo di persona, tramite il suo account Instagram. Sul quale è postata la prima immagine del 44enne, scattata nell'ospedale berlinese della Charité, sorridente ma molto più magro e chiaramente indebolito, seduto sul suo letto e abbracciato a sua moglie Yulia. Accanto ci sono i figli Daria e Sachar, con tanto di mascherina.
"Ancora non riesco a fare quasi nulla, ma ieri sono riuscito a respirare tutto il giorno da solo", aggiunge nel post Navalny, che a detta delle autorità tedesche è stato avvelenato con l'agente nervino Novichok. Ieri, le analisi effettuate in Germania circa l'utilizzo della sostanza chimica sono state confermate da due laboratori in Francia e in Svezia. "Non ho usato alcun aiuto esterno, nemmeno il più semplice ventilatore in gola", afferma nel messaggio l'attivista, considerato la principale voce critica nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. E ancora, con una punta di ironia: "Mi è piaciuto molto: è un processo sorprendente e sottovalutato da molti. Lo consiglio".
E' una ripresa lenta, ma costante, quella di Navalny. Ieri la Charité - dove è ricoverato dal 22 agosto, dopo esservi stato trasferito con un aereo speciale dalla Siberia - aveva comunicato che era stato staccato completamente dalla respirazione artificiale e che per la prima volta aveva potuto alzarsi dal letto. Qualche giorno fa i medici tedeschi avevano fatto sapere di averlo fatto uscire dal coma farmacologico, riferendo anche che il dissidente "reagiva alle domande". Stando a quanto riferito dai media tedeschi, Navalny mostrava di "ricordare quanto successo immediatamente prima del collasso". Come prima reazione, ha rivelato lo Spiegel, le procedure di sicurezza alla Charité sono state decisamente rafforzate: l'oppositore russo non viene mai perso di vista dagli agenti. "C'è il timore di un nuovo attentato alla sua vita", sottolineava il settimanale tedesco.Il messaggio implicito del post su Instagram è chiaro: quando si sarà definitivamente ripreso, Navalny tornerà in prima linea. O almeno, questo è quanto ha confermato su Twitter la portavoce del dissidente, Kira Yarmish: farà rientro in Russia e riprenderà la sua missione. "Non è stata mai presa in considerazione nessun'altra opzione", afferma Yarmish, "ma non abbiamo ancora discusso piani in concreto". Il messaggio su Instagram ha avuto nel giro di pochi minuti centinaia di migliaia di 'like'.
A causa della vicenda di Navalny, il termometro delle relazioni tra Russia e Germania segna tempesta: la stessa cancelliera Angela Merkel non aveva mancato di puntare l'indice contro Mosca chiedendo che sia "fatta luce" sull'avvelenamento, che in base alle analisi realizzate in Germania è accertato "oltre ogni dubbio". Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, da parte sua, aveva affermato che "i responsabili si trovano a Mosca", mentre si moltiplicano in Germania le voci che chiedono uno stop al gasdotto Nord Stream 2, che dovrebbe notevolmente aumentare il volume di gas da portare dalla Russia alla Germania.
Il Novichok è stato sviluppato negli anni settanta dagli scienziati sovietici. Nondimeno, il Cremlino respinge ogni addebito e chiede a Berlino di condividere le informazioni scientifiche in merito. "La Russia è del tutto aperta a una collaborazione per capire quel che è successo", ripete il portavoce del presidenza russa, Dmitri Peskov. "Ma per qualche motivo non abbiamo avuto nessuna riposta dalla parte tedesca".In termini simili si è presso il ministro degli Esteri Serghei Lavrov in una conversazione telefonica con il capo della Farnesina, Luigi Di Maio: "Per stabilire la verità sul caso Navalny è necessario il trasferimento in Russia da parte degli specialisti tedeschi dei biomateriali su cui è basata la conclusione ufficiale relativa alle analisi condotte, come anche l'avvio di una cooperazione professionale con i medici russi". Ieri le esternazioni di Lavrov erano state ben più dure, avendo definito addirittura "grottesca" la posizione della Germania sul caso e annunciando l'annullamento di una propria visita a Berlino.
Intanto però si moltiplicano le voci nella comunità internazionale che premono con Mosca perché faccia chiarezza sul quello che viene esplicitamente chiamato un "tentato omicidio". Ieri era stato il presidente francese Emmanuel Macron in una telefonata con Vladimir Putin a insistere che la Russia faccia "urgentemente luce" sull'avvelenamento di Navalny, al che il capo del Cremlino ha reagito ripetendo che "non sono gradite le accuse basate sul nulla contro la parte russa". Ora al coro delle voci critiche si è aggiunta anche l'Ucraina. In una conferenza stampa al fianco del cancelliere austriaco Sebastian Kurz, il presidente Volodymyr Zelensky ha scandito: "Tutti noi condanniamo l'attentato alla vita di Navalny, e a me sembra che tutto il mondo si aspetti di conoscere più dettagli su questo tentato omicidio".