AGI - Il campione iraniano di lotta greco-romana Navid Afkari è stato giustiziato a Shiraz, per l'omicidio di un poliziotto durante le proteste di piazza del 2018. L'impiccagione dell'atleta 27enne è avanti malgrado gli accorati appelli internazionali arrivati anche dal mondo dello sport. Afkari era stato riconosciuto colpevole dalla Corte suprema della Repubblica islamica di aver accoltellato a morte un agente in borghese nell'agosto di due anni fa a Shiraz, nonostante il suo avvocato abbia sempre insistito che non vi fossero prove della sua colpevolezza.
Il Cio sotto choc
Il Comitato olimpico internazionale ha dichiarato di essere "scioccato" dall'esecuzione e ha parlato di "notizia molto triste". Il presidente, Thomas Bach, informa il Cio, aveva fatto "appelli personali diretti alla Guida suprema e al presidente iraniani e aveva chiesto pietà per Afkari, nel rispetto della sovranità dell'Iran". "E' profondamente sconvolgente che le richieste degli atleti di tutto il mondo e tutto il lavoro dietro le quinte del Cio, insieme al comitato olimpico iraniano, alla United World Wrestling e alla National Iranian Wrestling Federation, non abbiano raggiunto l'obiettivo sperato", prosegue una nota del Comitato olimpico, "i nostri pensieri vanno alla famiglia e agli amici di Navid Afkari".
Gli appelli dello sport
Più di 85mila atleti mondiali avevano chiesto la scarcerazione del lottatore, che aveva denunciato di essere stato torturato in carcere. Navid Afkari era stato arrestato il 17 settembre 2018 insieme ai suoi fratelli Vahid e Habib dopo brevi indagini. Navid stato condannato a morte, Vahid a 54 anni di carcere e 74 frustate, e Habib a 27 anni di carcere e 74 frustate. La World Players Association, associazione sportiva australiana, attraverso il direttore esecutivo, Brendan Schwab, aveva chiesto che l’Iran venisse bandito da tutti gli sport se non avesse annullato la condanna a morte.