AGI - Alle prese con il rischio di una seconda ondata di Covid-19, il governo francese ha deciso di far fronte al problema della crescente insicurezza sul territorio nazionale legata al cosiddetto separatismo islamista, dove per separatismo si intende una sorta di “manipolazione" del fatto religioso per giustificare l'autonomia rispetto alle regole della République.
Il ministro dell’Interno Gerald Darmanin e la sua collega con delega alla Cittadinanza, Marlene Schiappa, hanno annunciato la prossima presentazione di un progetto di legge contro ogni forma di separatismo, per dare alle autorità un quadro giuridico finora mancante. Mercoledì l’esecutivo si riunirà per un apposito confronto sulle tematiche legate alla sicurezza, dando il via formale ad una delle priorità delineate dal presidente Emmanuel Macron per la seconda parte del suo mandato.
E' dall'ottobre 2019 che il titolare dell’Eliseo ha cominciato a parlare di “manifestazioni separatiste in alcune parti della nostra Repubblica, sintomatiche della mancata volontà di vivere insieme, a nome di una religione, l’Islam”. Una sfida rilanciata più volte e in vari contesti dal capo dello Stato, in cerca di consensi politici anche a destra, in vista delle presidenziali del 2022, e per contrastare le accuse di lassismo mosse dalla leader di estrema destra, Marine Le Pen, ma non solo.
“Penso che la Francia sia malata di insicurezza. Continuo a pensare che ci siano atti di barbarie e un imbarbarimento di una parte della nostra società”, ha detto Darmanin in un’intervista al quotidiano Le Parisien. Con la collega Schiappa presenterà ogni mese, a partire da ottobre, risultati e bilanci della lotta all’insicurezza, alle diverse forme di violenza e alle minacce allo Stato. “Negli ultimi tre anni circa 250 luoghi problematici sono stati chiusi, ma rimangono zone grigie. Vediamo che a volte le istituzioni non possono agire in assenza di cornice giuridica. Questa legge ci permetterà di essere più severi”, ha riferito Schiappa a Le Parisien.
Macron contro i separatismi che minano l'indivisibile République
“Il separatismo è l’azione di chi si costituisce in gruppo con l’obiettivo di organizzarsi a margine della Repubblica, in modo ostile e spesso violento”, ha da parte sua sottolineato il ministro Schiappa all’emittente Rtl. Parole che fanno eco a quelle pronunciate venerdì scorso dal presidente nel suo discorso per i 150 anni della proclamazione della Repubblica. “La Repubblica è indivisibile e non ammette alcuna avventura separatista. E’ fragile e precaria, pertanto va sempre difesa”, ha dichiarato Macron durante la solenne commemorazione al Pantheon.
Trasparenza dei dati sul contrasto alla violenza, una legge ad hoc, più fondi e mezzi a disposizione dello Stato sono la risposta del presidente Macron e del premier Jean Castex a quanti accusano il governo di non fare abbastanza per contrastare la crescente insicurezza nel Paese, alimentata anche da gruppi separatisti, ma non solo, di diversa natura e origine.
In realtà il piano di lotta ai separatismi era già in agenda dell’Eliseo, ma la sua presentazione nei mesi scorsi è slittata a causa della pandemia di Covid-19. Ora, secondo le anticipazioni dei media d’Oltralpe, il futuro progetto di legge potrebbe portare alla fine del reclutamento degli imam stranieri, al rafforzamento dei poteri dei prefetti nel controllo dei finanziamenti esteri alle associazioni di culto e alla lotta per la parità di genere nella vita sociale.
In tre anni le forze dell'ordine hanno sventato 30 attentati
Intanto il ministro Darmanin ha presentato un bilancio dell'operato di governo: nell’ultimo triennio il budget del ministero delle forze armate è aumentato di 1,6 miliardi di euro l’anno, un record senza precedenti, oltre a 1 miliardi in dotazione del ministero dell’Interno dall’inizio del mandato di Macron. Dal 2017 sono stati reclutati oltre 6 mila agenti di polizia e gendarmi, di cui 2 mila sono stati assegnati ai servizi interni, che hanno finora sventato 30 tentativi di attentati.
A partire da fine 2019, in Francia sono state istituite apposite “cellule regionali di lotta contro l’islamismo”, autorizzando le prefetture ad attuare serrati controlli nei luoghi di culto e di assembramento associativo. Lo scorso febbraio 140 controlli hanno portato alla chiusura di quattro moschee e di una chiesa evangelica. Da allora i quattro interventi prioritari stabiliti da Macron sono la lotta contro le influenze straniere nel Paese, una migliore organizzazione del culto musulmano, la lotta contro ogni manifestazione di separatismo e il 'ritorno' della Repubblica laddove è assente o in pericolo.
Anche per questi motivi lo scorso luglio la “lotta al separatismo” è stato uno dei mandati affidati al neo ministro Schiappa. Tra gli interventi prioritari anche la lotta ai traffici di stupefacenti, alle violenze coniugali, domestiche e sessuali, oltre al rafforzamento dei controlli nei luoghi pubblici per contrastare le derive settarie senza dimenticare la gestione dei flussi migratori e dell’asilo politico.