Dopo che il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha annunciato la sua intenzione di dimettersi per motivi di salute, ovviamente si è subito scatenato il toto-successore. Ecco i primi cinque potenziali candidati.
Taro Aso, lo specialista delle gaffes
Taro Aso, 79 anni, dal 2012 unisce le funzioni di ministro delle Finanze e di vicepremier. Stretto alleato di Abe, noto per essere un fan dei fumetti manga, ha ricoperto egli stesso la carica di premier nel 2008-2009: il suo mandato fu troncato da una epocale sconfitta del Partito liberal-democratico. Proveniente da una ricca famiglia di industriali e politici, da tempo gli viene accreditata l'ambizione di tornare al potere. A detta dei critici, la sua carriera politica è stata costellata di innumerevoli gaffes. Nel 2013, ad esempio, ha invitato le persone in fine della loro vita a morire "rapidamente" per ridurre i costi sanitari. Alcuni mesi dopo ha suggerito che il Giappone potrebbe "prendere ispirazione" dalla Germania nazista allo scopo di riformare la sua Costituzione pacifista.
Yoshihide Suga, il fedele consigliere
Suga ha svolto un ruolo importante nel ritorno al potere di Abe dopo il fallimento del suo primo mandato come primo ministro nel 2006-2007. Abe lo ricompensò nominandolo segretario generale del governo nel 2012, posizione strategica in cui vengono coordinate le azioni dei ministeri e del partito al potere e si fa da raccordo con i governatori regionali. A 71 anni, Suga è spesso anche il volto del governo in qualità di portavoce, parlando alla stampa ogni giorno. Figlio di un contadino che riuscì a pagargli gli studi, le sue umili origini spiccano in un partito liberal-democratico dominato da eredi di grandi famiglie politiche ed ex tecnocrati.
Shigeru Ishiba, l'esperto militare
Ex ministro della Difesa, Shigeru Ishiba è appassionato di tecnologie militari, coltivando anche un gusto smodato per la musica pop giapponese degli anni '70. Banchiere, 63 anni, è considerato oratore carismatico e uomo di esperienza: la vicepresidenza del partito la conquistò a 29 anni. Come Abe, Ishiba è un 'falco' che sostiene il rafforzamento delle forze armate nipponiche nella Costituzione pacifista.
Nel 2017, al culmine delle tensioni con la Corea del Nord, pose appunto la questione se il Giappone, l'unico Paese ad aver subito un bombardamento atomico, non dovesse rivedere la sua posizione che vieta le armi nucleari sul proprio suolo. Tra i candidati per succedere all'attuale premier, forse è il più popolare nel grande pubblico, ma non gode di favori unanimi tra gli elettori del Pld, se non altro soprattutto perché ad un certo punto il partito lo aveva lasciato. Sfidante di Abe nell'elezione a leader del partito nel 2018, fu sonoramente sconfitto.
Taro Kono, il riformista pentito
A 57 anni, il ministro della Difesa Taro Kono, un tempo considerato un riformista ambizioso e indipendente, in seguito si è allineato occupando posizioni strategiche nel governo Abe. Negli ultimi anni ha così evitato di ricordare pubblicamente la propria opposizione all'energia nucleare, sostenuta invece dal governo. Laureato alla prestigiosa università americana di Georgetown, Kono è stato anche ministro agli Esteri dal 2017 al 2019. Spesso viene paragonato a suo padre, l'ex segretario generale del governo Yohei Kono, famoso per aver presentato nel 1993 le sue "scuse" e il suo "rimorso" per la prostituzione forzata delle donne asiatiche durante la seconda guerra mondiale.
Fumio Kishida, il delfino modesto
L'ex ministro degli Esteri Fumio Kishida, considerato lo stratega del partito liberal-democratico, è stato spesso visto come il candidato favorito da Abe per la successione. A detta dei critici, tuttavia, la sua personalità riservata e la mancanza di carisma potrebbe rappresentare un ostacolo. Eletto a Hiroshima, 63 anni, Kishida è stato in particolare l'artefice della storica visita di Barack Obama nel 2016, la prima di un presidente degli Stati Uniti in carica nella città devastata dalla bomba atomica americana.