AGI - La commissione per la Sicurezza della Duma esaminerà le circostanze del sospetto avvelenamento di Aleksei Navalny per appurare se sia stato un "tentativo di Stati stranieri" per "creare tensione in Russia" e "lanciare altre accuse" contro la Federazione. Lo ha annunciato il presidente della Camera bassa del Parlamento russo, Vyacheslav Volodin, facendo riferimento alle parole dure usate ieri dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dall'Alto rappresentate dell Politica estera Ue, Josep Borrell. Dichiarazioni che secondo il politico russo "hanno gettato una luce diversa sulla situazione e sollevato una domanda: e' stata una provocazione da parte della Germania e di altri Paesi europei?".
Volodin ha tuttavia ringraziato la Merkel per l'assistenza fornita a Navalny, trasferito dall'ospedale siberiano di Omsk a Berlino, dopo un lungo braccio di ferro tra la famiglia del dissidente e i medici russi. "Vorrei credere che avrebbe fatto lo stesso per qualsiasi altro cittadino russo, non solo un oppositore radicale", ha sottolineato. I sostenitori dell'attivista anti-corruzione sono sempre stati convinti che Navalny sia stato avvelenato e ritengono il presidente russo Vladimir Putin personalmente responsabile di quanto avvenuto. Ieri i medici tedeschi che lo hanno in cura hanno affermato di aver riscontrato "segni di avvelenamento" sul suo corpo, provocando la dura reazione della Merkel che, come Francia e Usa, ha chiesto a Mosca un'indagine completa e che i responsabili siano individuati e giudicati.
I medici russi hanno respinto fin dall'inizio l'ipotesi ma i familiari e collaboratori dell'attivista anti-corruzione ne sono sempre stati convinti. Dal Cremlino, il portavoce Dmitri Peskov ha accusato la Germania di essere stata troppo frettolosa: "Né i medici in Russia né quelli tedeschi possono determinare la causa del calo di colinesterasi nel corpo" di Navalny. Anche i dottori russi, ha continuato il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, "all'inizio avevano considerato la possibilità di un avvelenamento", ma la sostanza che ha portato al drastico peggioramento dell'attivista "non e' stata identificata".
"Le analisi mediche dei nostri dottori e quelle dei tedeschi coincidono completamente. Ma differiscono le conclusioni. Non sappiamo perche' i nostri colleghi tedeschi abbiano avuto tutta questa fretta", ha proseguito Peskov. Per poi aggiungere che le accuse di un coinvolgimento del capo del Cremlino nel sospetto avvelenamento "non possono essere prese sul serio". "Non c'è alcun modo per cui questo tipo di accuse possa essere vera", come sostengono invece i sostenitori di Navalny che considerano Putin personalmente responsabile di quanto avvenuto. Intanto, si moltiplicano gli appelli per un'inchiesta rapida e trasparente.
Dopo l'affondo ieri della cancelliera tedesca Angela Merkel, oggi è arrivata l'esortazione di Francia e Stati Uniti. Il Quai d'Orsay, esprimendo "profonda preoccupazione", ha denunciato "l'atto criminale" di cui e' stato vittima il noto dissidente, chiedendo a Mosca che i responsabili siano "individuati e portati di fronte alla giustizia" e che venga svolta "un'inchiesta rapida e trasparente che permetta di stabilire le circostanze" in cui e' avvenuto. Sulla stessa linea l'ambasciatore americano in Russia, John Sullivan, che ha esortato Mosca a condurre "un'inchiesta immediata, completa e trasparente" sul caso, alla luce delle parole pronunciate dai medici tedeschi. La portavoce di Navalny, Kira Yarmish, non ha dubbi in merito: "Era ovvio che il crimine non sarebbe stato adeguatamente indagato e il colpevole non sarebbe stato trovato. Tuttavia, sappiamo tutti perfettamente chi è".