È polemica in Turchia tra il comune di Istanbul e il ministero della cultura guidato dall'Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan, in seguito al video circolato sui social media, in cui due operai fanno a pezzi uno dei muri interni della torre di Galata a colpi di trapano in quello che più che un restauro sembra una demolizione. L'eco partito da Twitter è diventato sempre più forte, considerando che la torre di Galata è uno dei monumenti simbolo della metropoli sul Bosforo, ne caratterizza lo skyline e offre una vista panoramica che costituisce una delle principali attrazioni per i turisti provenienti da tutto il mondo.
Il comune di Istanbul minaccia azioni legali
Le immagini sono state condivise dal comune di Istanbul, che ha annunciato azioni legali contro i responsabili di un tale scempio, considerando che la gestione della torre è passata pochi mesi fa al ministero della cultura, intenzionato ad aprire un museo all'interno dello storico monumento. Vice ministro della cultura è Ahmet Misbah Demircan, fedelissimo di Erdogan, dal 2004 val 2019 sindaco della circoscrizione di Beyoglu, considerata il centro di Istanbul, in cui si trova la stessa torre di Galata. Demircan ha dichiarato che si tratta di restauri "necessari per l'apertura di un museo dove prima c'era una caffetteria", per cui la rimozione di alcuni muri è stata "necessaria", per poi sminuire "l'accaduto definendolo "l'inserzione di stucco".
Ma è davvero necessario distruggere un muretto antico centinaia di anni per aprire un museo? Alla fine quelle di Demircan sembrano affermazioni fatte per stemperare le polemiche, ma che invece non hanno sortito altro effetto che peggiorare la situazione. A Demircan ha risposto il portavoce del comune di Istanbul, da 14 mesi in mano al partito di opposizione Chp, Murat Ongun, che ha annunciato querele nei confronti dei responsabili di un tale scempio.
Sulla questione ha nicchiato il ministro della Cultura e Turismo, Nuri Ersoy, che si è limitato ad annunciare che "la Torre di Galata riapre il 15 settembre". Il presidente del direttorato per il patrimonio artistico di Istanbul, Mahir Onal, raggiunto al telefono da AGI, ha definito "uno sfregio" quanto accaduto, e chiesto che i lavori di restauro tornino sotto la giurisdizione del comune.
"Quanto abbiamo visto capitare a uno dei principali monumenti di Istanbul è qualcos adi inconcepibile, uno sfregio al patrimonio artistico della città. Chiediamo che la giurisdizione torni al comune e che i nostri tecnici possano immediatamente prendere e che i lavori in corso, che stanno apportando danni in maniera dolosa, vengano fermati immediatamente".
Storia del monumento
La Torre di Galata fu fatta costruire dal primo governatore della colonia genovese di Costantinopoli, Rosso Doria, nel 1348, per essere utilizzata per dare l'allarme in caso imbarcazioni ostili puntassero vero la città, già all'epoca di importanza strategica sia per la posizione a cavallo di due continenti, sia per il fatto che lo stretto del Bosforo collega mar Nero e Mediterraneo (attraverso Marmara).
Alta circa 67 metri e di un diametro di 9, per secoli è stata l'edificio più alto della città. Nel 1453 i genovesi ne consegnarono le chiavi al Sultano Mehmet, conquistatore di Costantinopoli, con cui gli stessi genovesi avevano già raggiunto un accordo per poter proseguire i propri commerci da prima che il Sultano facesse breccia nelle mura della città.
Mehmet ordinò di tentare la conquista di Costantinopoli portando via terra delle navi fino all'interno del Corno d'Oro, un'operazione che non portò all'esito sperato dal Sultano, ma che difficilmente sarebbe potuta avvenire senza l'assenso dei genovesi, che dalla torre avrebbero potuto individuare immediatamente la strategia degli ottomani. A partire dal 1700, con l'impero ottomano al massimo della sua espansione, la torre divenne un punto di osservazione per individuare gli incendi che spesso devastavano la città.
La Torre come appare oggi è il frutto di un'opera di restauro terminata nel 1967, dopo che una tempesta nel 1875 ne spazzò via il tetto. Una leggenda legata alla Torre vuole che Hezarfen Ahmet Celebi, aviatore ante litteram, nel 1630 volò sul Bosforo atterrando nel quartiere di Uskudar, sul lato asiatico della città e distante 6 chilometri, con delle ali artificiali da lui stesso costruite.