La sfidante di Lukashenko chiede aiuto all'Europa nel dialogo con Minsk
AGI - Mentre sempre più fabbriche sono in sciopero per chiedere che Aleksandr Lukashenko lasci il potere, Svetlana Tikhanovskaya, che lo ha sfidato alle presidenziali bielorusse, ha avviato l'istituzione di un Consiglio di Coordinamento che gestisca il passaggio dei poteri. Lukashenko, in carica dal 1994, è stato dichiarato vincitore ma i sostenitori dell'opposizione ritengono il voto truccato e sono scesi a migliaia in piazza per protestare.
"Alla luce degli avvenimenti che si stanno sviluppando nel Paese e alla necessità di adottare misure urgenti per ripristinare la legalità in Bielorussia, io, Svetlana Tikhanovskaya, sto avviando la costituzione di un Consiglio di Coordinamento per assicurare la transizione del potere", si legge in una nota diffusa dalla sfidante di Lukashenko, che il giorno dopo il voto ha scelto di riparare in Lituania per sfuggire all'ondata di arresti che in questi giorni ha visto finire in stato di detenzione anche alcuni importanti elementi del suo staff.
Si mobilitano le fabbriche
L'appello di stamane di Tikhanovskaya a continuare la protesta sembra essere stato recepito. La mobilitazione contro Lukashenko sta infatti iniziando a coinvolgere anche le fabbriche. Tra gli impianti più importanti costretti a sospendere parzialmente le operazioni a causa della protesta dei lavoratori vi sono, nella capitale, la fabbrica di automobili Maz e le fabbriche di trattori Mtw e e Volat, mentre nella città di Zodzina si è fermato lo stabilimento della BelAZ, che produce mezzi pesanti da scavo o da trasporto.
Gli operai non stanno avanzando rivendicazioni economiche ma stanno chiedendo la fine della repressione delle proteste e la convocazione di nuove elezioni presidenziali.
Tikhanovskaya ha chiesto all'Europa di aiutarla ad avviare un dialogo con le autorità di Minsk. Riparata in Lituania il giorno dopo il voto, mentre migliaia di cittadini scendevano in piazza accusando Lukashenko di aver vinto tramite brogli, Tikhanovskaya ha annunciato l'avvio di un Consiglio di Coordinamento che gestisca la transizione dei poteri e ha dato mandato ai suoi collaboratori Olga Kovalkova e Maxim Znak di accettare candidature "da organizzazioni e associazioni di cittadini", spiegando che l'organismo potrebbe includere "rappresentanti della società civile e professionisti stimati e celebrati".
"Abbiamo bisogno delle vostre connessioni"
"Abbiamo grande bisogno della vostra assistenza e competenza", ha spiegato Tikhanovskaya, "abbiamo bisogno delle vostre connessioni, dei vostri contatti, dei vostri consigli e della vostra esperienza. Il Consiglio di Coordinamento dovrebbe vedere l'adesione di chiunque sia interessato al dialogo e a una pacifica transizione dei poteri: collettivi di lavoratori, partiti politici, sindacati e altre associazioni civili".
Tikhanovskaya ha poi fatto appello alle autorità di Minsk perché mostrino la loro disponibilità al dialogo liberando tutti i manifestanti detenuti e ritirando dalle strade l'esercito e i corpi speciali della polizia. La sfidante di Lukashenko ha chiesto inoltre l'apertura di inchieste penali su "chiunque abbia dato ordini criminali di picchiare e sparare sulla gente".
"Parlate con i vostri superiori e fermate la carneficina", è il suo appello a poliziotti e soldati, "avete giurato di servire la Repubblica di Bielorussia e il vostro popolo. Noi, il popolo, saremo grati nei confronti di chiunque si schieri con il popolo".
L'Unione Europea valuta sanzioni
"Abbiamo bisogno di ulteriori sanzioni contro coloro che hanno violato i valori democratici o abusato dei diritti umani in Bielorussia", twitta la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. "Sono fiduciosa - aggiunge - che la discussione odierna dei ministri degli Esteri dell'Ue dimostrerà il nostro forte sostegno ai diritti delle persone in Bielorussia, alle libertà fondamentali e alla democrazia.
Con una lettera congiunta, sei Paesi Ue si sono aggiunti allo schieramento che chiede sanzioni contro la Bielorussia a seguito delle violenze sui manifestanti che chiedono un processo elettorale regolare e trasparente. La lettera sarebbe un'iniziativa del Governo estone alla quale hanno aderito Polonia, Danimarca, Lettonia, Lituania e Repubblica Ceca. Il numero di Governi europei favorevoli alle sanzioni sale dunque a nove, dopo le prime richieste di provvedimenti arrivate da Germania, Svezia e Austria.
La lettera sarebbe circolata poche ore prima dell'inizio della riunione straordinaria ancora in corso tra i ministri degli Affari esteri dell'Ue. "Occorre inviare un chiaro segnale sulle sanzioni che devono durare fino a quando in Bielorussia non si terranno elezioni libere e trasparenti con la partecipazione di osservatori internazionali", ha twittato questa mattina primo ministro ceco Andrej Babis.