AGI - Il magnate dei media di Hong Kong Jimmy Lai e l'attivista pro-democratica Agnes Chow sono stati rilasciati su cauzione in tarda serata a Hong Kong dopo l'arresto di ieri per sospetta violazione della legge sulla sicurezza nazionale nella città imposta da Pechino.
L'editore pro-democrazia è uscito dalla stazione di polizia di Mong Kok, nella penisola di Kowloon, poco dopo la mezzanotte, in seguito al pagamento di una cauzione di 500 mila dollari di Hong Kong (oltre 54 mila euro). Lai ha subito anche il congelamento di 50 milioni di dollari di Hong Kong di asset (5,48 milioni di euro), secondo quanto riporta il quotidiano Oriental Daily. Rilasciati oggi pure i due figli del magnate dei media, anch'essi arrestati nell'operazione di ieri, che ha visto in manette dieci persone con accuse relative alla sicurezza nazionale e alla frode.
Poco prima di Lai era stata rilasciata, invece, la co-fondatrice del gruppo di ispirazione pro-democratica Demosisto, sciolto poco prima della promulgazione della nuova legge. Gli arresti nei confronti degli attivisti sono una "persecuzione politica", ha detto Chow davanti ai giornalisti dopo il rilascio su una cauzione di 20 mila dollari di Hong Kong (quasi 2.200 euro) più altri 180 mila di garanzia, equivalenti a poco meno di 20 mila euro. "È ovvio che il regime stia usando la legge sulla sicurezza nazionale per sopprimere i dissidenti politici", ha commentato.
Chow, a cui e' stato sequestrato il passaporto, è accusata di collusione con forze straniere tramite social media nel mese di luglio, il primo dall'entrata in vigore della legge sulla sicurezza nazionale nella città.
Il sostegno dei cittadini
All'indomani degli arresti e delle perquisizioni nella sede centrale del gruppo Next Digital fondato da Lai, il sostegno di attivisti e cittadini di Hong Kong verso il gruppo editoriale è stato visibile su più fronti: il quotidiano Apple Daily, che ha promesso in un editoriale di "continuare a combattere" per la democrazia a Hong Kong con il sostegno dei lettori, è andato esaurito in poche ore e la tiratura è stata portata a 550 mila copie per soddisfare la domanda, mentre il titolo Next Digital è volato per il secondo giorno consecutivo alla Borsa di Hong Kong, chiudendo con un rialzo del 331,37%, trainato dal sostegno degli attivisti.
La reazione degli Usa
L'imposizione della legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong continua, intanto, a inasprire le tensioni tra Cina e Stati Uniti: il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, si è detto "profondamente preoccupato" per l'arresto di Lai, e Pechino ha ribattuto definendo le sue parole "menzogne politiche infondate". Gli Stati Uniti, intanto, hanno annunciato che classificheranno l'export di Hong Kong come "made in China" dal 25 settembre prossimo - dando seguito alla decisione di non riconoscere più alla citta' uno status speciale rispetto alla Cina dopo l'introduzione della controversa legge - e l'amministrazione di Hong Kong ha già fatto sapere che potrebbe richiedere l'intervento dell'Organizzazione Mondiale del Commercio contro la decisione di Washington.