AGI - Google ha annunciato di avere cancellato oltre 2.500 canali YouTube collegati alla Cina per contrastare le operazioni di disinformazione sulla piattaforma di condivisione di video. I 2.596 canali sono stati rimossi tra aprile e giugno "come parte di un'indagine in corso su operazioni di influenza coordinate collegate alla Cina".
Il loro numero è in netto rialzo rispetto ai 277 canali rimossi per lo stesso motivo nei primi tre mesi dell'anno.
"Questi canali mettevano on line prevalentemente contenuti spam o non politici, ma una piccola sotto-categoria pubblicava contenuti politici primariamente in cinese", tra cui anche alcuni relativi alla risposta degli Stati Uniti alla pandemia di Covid-19.
Nel rapporto trimestrale, Google non fornisce ulteriori dettagli, se non per quanto riguarda il collegamento con attività simili rintracciate da Twitter e dal gruppo di analisi di social media Graphika, che in un rapporto di aprile scorso ha preso in considerazione una serie di account YouTube, Facebook e Twitter attivati a partire da quest'anno e che apparivano parte di una campagna propagandistica coordinata dalla Cina.
I sospetti di disinformazione condotta on line dalla Cina sono oggi al centro delle tensioni tra Pechino e Stati Uniti.
Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha minacciato un giro di vite sulle app sviluppate da compagnie cinesi che hanno accesso ai dati degli americani - tra cui anche la popolare piattaforma di messaggistica WeChat - e ha ipotizzato limiti alle operazioni di gruppi di cloud computing cinesi che operano su suolo statunitense.
Il nodo più intricato da sciogliere rimane quello che riguarda TikTok, nel mirino dei timori di sicurezza nazionale della Casa Bianca: la app di condivisione di video sviluppata dal gruppo cinese ByteDance dovrà vendere entro il 15 settembre le sue attività negli Stati Uniti a un gruppo americano, con ogni probabilità Microsoft, per evitarne la chiusura.