Per sei anni, un prodotto ad alto rischio, il nitrato d'ammonio, è rimasto immagazzinato nel porto di Beirut, nonostante il fetore che emanava e gli avvertimenti di qualcuno. Ieri, probabilmente per una svista di operai, è esploso. E' questa la storia dietro la devastante esplosione che ha messo in ginocchio il Libano.
È stato infatti un incendio nell'hangar in cui erano immagazzinate tonnellate di nitrati che ha causato le esplosioni che hanno devastato il porto e interi quartieri della capitale e causato almeno 113 morti e migliaia di feriti.
Adesso le autorità portuali, i servizi doganali e i responsabili di sicurezza si rimpallano le responsabilità. E il governo ha disposto gli arresti domiciliari dei responsabili del deposito che saranno guardati a vista dai militari.
Come è arrivato il nitrato a Beirut
Nel 2013, la "Rhosus", una nave che batteva bandiera moldava e proveniva dalla Georgia, fece scalo a Beirut, in rotta verso il Mozambico: a bordo aveva 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, un fertilizzante che può anche essere utilizzato nella composizione di alcuni esplosivi per uso civile. Secondo il sito Web Marine Traffic, la barca arrivò il 20 novembre 2013 a Beirut perché aveva problemi tecnici. E vi è rimasta.
Ma perché il carico è stato scaricato? Secondo fonti di sicurezza libanesi, mentre la "Rhosus" era in transito a Beirut, una società libanese avrebbe presentato un reclamo contro la società di appartenenza della nave, spingendo la giustizia locale a sequestrare la barca. La maggior parte dell'equipaggio ucraino fu rimpatriato in quanto si trovava in "pericolo imminente" a causa della natura esplosiva del carico a bordo.
Il carico invece fu sistemato nell'hangar numero 12, dedicato alle merci sequestrate. La nave finì per affondare. Nel giugno 2019, la Sicurezza di Stato, una dei maggiori apparati di sicurezza del Libano, avviò un'indagine sul carico, perchè c'erano state una serie di denunce innescate da cattivi odori emanati dall'hangar: nel rapporto, scrisse che il magazzino conteneva "materiali pericolosi che devono essere spostati".
Ma indicò anche che le pareti del magazzino avevano fenditure, che rendevano possibile un furto, e raccomandava che il danno fosse riparato. Devono essere stati proprio i lavori di manutenzione del magazzino che hanno scatenato l'inferno: la direzione del porto, consapevole della pericolosità dei prodotti, ha infatti inviato operai a riparare le crepe nel magazzino.
E proprio nei lavori di saldatura deve essere successo l'irreparabile, una scintilla che ha innescato l'incendio e poi la duplice, terrificante esplosione. Il resto purtroppo è cronaca di queste ore.
Il nitrato di ammonio è un sale bianco e inodore utilizzato come base di molti fertilizzanti azotati sotto forma di granuli e ha causato numerosi incidenti industriali. La capacità di distruzione delle 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio è stato calcolato essere equivalente tra le 1.200 e 1.300 tonnellate di Tnt.
Balletto di responsabilità
Dopo le esplosioni, il direttore delle dogane, Badri Daher, si è affrettato a rendere pubblica una lettera che aveva inviato nel dicembre 2017 alle autorità competenti, in cui chiedeva, come in altre lettere precedenti, di trasferire il carico all'estero o di venderlo a una compagnia locale.
Secondo Riad Kobaissi, giornalista investigativo libanese specializzato in casi di corruzione e che ha studiato a fondo il porto di Beirut, i servizi doganali stanno adesso cercando di sottrarsi a tutte le responsabilità: sottolineando innanzitutto che è vietato introdurre tali prodotti chimici in Libano senza autorizzazione, Kobaissi suggerisce che la vicenda evidenzi comunque "la corruzione all'interno delle dogane, che hanno in primo luogo, anche se non in maniera esclusiva, la responsabilità "per il dramma.
Amnesty International ha chiesto un'indagine "indipendente". Su Twitter, molti libanesi rilanciano l'hashtag "Hang them", 'impiccateli': infuriati, chiedono che venga chiamata a rispondere della tragedia la classe dirigente, accusata di questo dramma senza precedenti nella storia del Paese.
Il senso di incredulità e rabbia per la grave negligenza e la cattiva gestione delle autorità libanesi sono state sintetizzate in una 'tirata' su un canale locale, Mtv, di un popolare conduttore di programmi: Marcel Ghanem si è scagliato contro le autorità per diversi minuti, definendoli "criminali" e "persone spudorate, sporche".
Molti su Twitter hanno chiesto le dimissioni del governo.