AGI - L'Ecuador lancia l'allarme: decine di pescherecci cinesi sono stazionati nelle acque internazionali vicino alla riserva marina delle Galapagos. E la pressione è "enorme" ha denunciato il presidente, Lenin Moreno, sollecitando una posizione comune con le nazioni del Pacifico. Già lo scorso 17 luglio la Marina ecuadoregna aveva notificato la presenza delle imbarcazioni e il ministero degli Esteri aveva protestato con il governo cinese "in maniera cordiale ma ferma".
Adesso Moreno è tornato alla carica: "Le Galapagos non sono solo una delle zone di pesca più ricche del pianeta, ma un focolaio di vita, non solo per l'Ecuador, ma per l'intero pianeta, per la biodiversità e la sicurezza alimentare". Non è la prima volta che accade: già nel 2017 una grande flotta da pesca illegale si era avvicinata alla Riserva Marina delle Galapagos: 297 navi, una delle quali, il Fu Yuan Yu Leng 999 - 99 metri di lunghezza, una capacita' di navigazione fino a sessanta giorni- aveva nella stiva 300 tonnellate di pesca vietata, in gran parte squali.
Secondo la Marina ecuadoriana, la flotta di questi giorni è composta da "circa 260 imbarcazioni, tra cui pescherecci, navi di rifornimento e di stoccaggio", che si sono piazzate appena "al di fuori del limite della zona economica esclusiva" della nazione. L'arcipelago delle Galapagos è composto da 13 grandi isole, 6 più piccole e 42 isolotti e per la sua ricca biodiversità è considerato un laboratorio naturale che permise a Charles Darwin di sviluppare la teoria sull'evoluzione e la selezione naturale delle specie.
Ma i pescherecci sono in acque internazionali, al di fuori dei limiti della giurisdizione nazionale, il che rende il problema complesso e da affrontare a vari livelli: nelle acque internazionali non esistono chiare politiche di gestione o di proprietà. La questione è dunque più geopolitica e attiene alla cooperazione tra i Paesi nel gestire in modo responsabile e sostenibile un bene globale come gli oceani, capace di sfamare milioni di persone.