AGI - La sua visita in Libia non è segnata dai migliori auspici: è stato colpito con colpi di armi da fuoco esplosi in aria il convoglio del filosofo, saggista e giornalista francese Bernard-Henri Levy, mentre stava cercando di entrare a Tarhuna, nella regione della Tripolitania, a meno di 100 chilometri a sud-est da Tripoli. Lo affermano diversi media libici, specificando che ad esplodere i colpi sono state le milizie leali alle forze del Governo nazionale, che si sarebbero mostrate decise a "ad impedire a Levy di superare i confini amministrativi di Tarhuna", se necessario "anche con la forza".
A quanto scrive il Lybia Observer, il filosofo è arrivato in Libia "su un jet privato per una visita che non è stata annunciata, dallo scopo considerato misterioso da molti libici". Secondo l'emittente Lybia Alahrar Tv, una fonte vicine al Governo di accordo nazionale avrebbe affermato di "non avere alcuna conoscenza della visita di Levy in Libia" e che la sua presenza "è completamente rifiutata", aggiungendo che l'esecutivo "non ha concesso il permesso al suo aereo di atterrare sul suolo libico a Misurata". Stando alla medesima fonte, "le persone che stanno dietro questa visita saranno considerate responsabili". Inoltre, la presenza dell'intellettuale francese avrebbe "provocato molte reazioni irate tra i politici, funzionari e normali cittadini libici", soprattutto dopo che Levy ha incontrato "comandanti dell'operazione 'Vulcano di rabbia' a Misurata".
Secondo Lybia Observer, Levy si è recato ad Al-Khums e poi a Tarhuna "per documentare le fosse comune realizzate dalle forze di Haftar ed aveva in programma di incontrare il ministro dell'Interno Fathi Bashagha a Tripoli,prima di partire dall'aeroporto di Misurata". E' durante questo percorso che il convoglio del filosofo sarebbe finita sotto il fuoco delle milizie. Il sindaco di Misurata, Mustafa Kerwad, ha detto anche lui di non aver conoscenza dell'arrivo di Levy, nè di sapere chi lo avesse invitato.
Il capo dell'Alto Consiglio di Stato, Khalid Al-Mishri, ha da parte sua aggiunto di essere "sorpreso" che all'intellettuale fosse stato permesso di entrare a Misurata considerando il sostegno della Francia al "signore della guerra" Khalifa Haftar.