AGI - Migliaia di persone sono scese in strada a Gerusalemme, Tel Aviv e altre città israeliane per protestare contro il premier Benjamin Netanyahu. I manifestanti chiedono le dimissioni del capo del governo per come viene gestita la crisi del coronavirus. A Gerusalemme i manifestanti si sono radunati di fronte alla residenza del primo ministro innalzando striscioni con scritte come "Stiamo studi della corruzione": un riferimento alle accuse di corruzione, frode e violazione della fiducia in tre casi che Netanyahu ha sempre negato. La folla ha anche gridato slogan contro la legge approvata questa settimana che conferisce al governo poteri speciali per combattere la diffusione del virus fino alla fine del 2021.
Nelle ultime settimane le proteste contro le ricadute economiche della pandemia si sono diffuse in tutto il Paese. Israele ha ricevuto elogi per la sua risposta iniziale allo scoppio della pandemia, ma il governo e' stato criticato dopo l'aumento dei contagi seguito all'allentamento delle restrizioni a partire dalla fine di aprile.
Dopo aver registrato oltre mille nuove infezioni da coronavirus al giorno nelle ultime settimane, il governo ha reintrodotto alcune restrizioni, tra cui la chiusura di bar, nightclub e palestre. Il Paese che conta circa 9 milioni di abitanti ha finora registrato 60.496 casi confermati, tra cui 455 decessi. Uno dei motivi della protesta e' anche legato all'impatto del virus sull'economia del Paese: si moltiplicano le voci delle famiglie disoccupate e a basso reddito secondo le quali il governo manca nell'offrire loro il necessario sostegno. In Israele il tasso di disoccupazione e' passato dal 3,4% al 27% di aprile, prima di scendere leggermente a maggio al 23,5%.