Grazie all'accordo raggiunto dai capi di Stato e di governo a Bruxelles sul Recovery Fund "è stato attraversato un grande spartiacque per la nostra Unione". È il commento ormai a freddo, della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che, intervenendo al Parlamento europeo, ha criticato i tagli al Bilancio deciso dai governi e ha invece definito NextGenerationEU, "uno strumento unico per sostenere il colpo più duro, per rafforzare il nostro mercato unico, per investire nel Green Deal europeo, digitalizzazione, resilienza e modernizzazione del nostro mercato unico".
Secondo la presidente della Commissione "lo spirito combattivo dell'Europa ci ha portato fino a qui, non molto tempo fa alcuni chiedevano che fossero erogati solo prestiti, ma abbiamo un accordo sul fatto che NextGenerationEU disporrà di sovvenzioni per 390 miliardi di euro, integrate da prestiti per 360 miliardi di euro. Sì, ci sono meno sovvenzioni di quelle sostenute dalla Commissione e dal Parlamento, ma rispetto a dove siamo partiti, questo è un risultato enorme. Ed è abbastanza grande da fare un'enorme differenza. "In qualità di co-legislatore, quest'Aula avrà piena voce in capitolo sulla progettazione dello strumento e su come funziona - ha detto von der Leyen rivolgendosi agli europarlamentari - la Commissione garantirà la piena trasparenza, anche preparandosi a un dialogo strutturato su priorità e spese e uno scambio regolare di opinioni sui piani nazionali e sull'attuazione globale".
Tagli difficili da mandar giù
I tagli decisi dagli Stati membri al bilancio pluriennale della Ue "sono difficili da ingoiare", ma la risposta europea alla crisi economica legata alla pandemia è stata forte e malgrado l'Europa non sia uscita dall'emergenza. L'intesa raggiunta dai leader "ha luci e ombre: l'ombra assume la forma di un Bilancio molto snello, ci sono state decisioni dolorose come quelle sui programmi come Horizon o sulla salute o su InvestEu. Tutti programmi che sono stati incrementati, ma non quanto ci sarebbe piaciuto, la dimensione dei nostri fondi esterni è veramente preoccupante", ha proseguito. Tuttavia l'Europa ha messo in atto un intervento complessivo da "1,8 trilioni di euro, il 13% del Rnl della Ue, chi altro puo' dire lo stesso nel mondo?", ha continuato la presidente della Commissione.
La luce (e l'ombra) in fondo al tunnel
Secondo von der Leyen "l'accordo del Consiglio europeo ha fornito la luce alla fine del tunnel, ma con la luce, arriva anche l'ombra. E in questo caso, l'ombra si presenta sotto forma di un bilancio dell'UE a lungo termine molto snello. Vi sono decisioni deplorevoli e dolorose su molti programmi, che hanno un valore aggiunto europeo fondamentale", ha aggiunto riferendosi a Horizon, al programma sanitario, a InvestEU.
"Tutti questi programmi sono stati aumentati, ma certamente non tanto quanto vorremmo. E credo che la dimensione dei nostri fondi esterni - in particolare sia preoccupante". "Dobbiamo sempre ricordare che il valore dei programmi dell'UE supera di gran lunga i loro costi - ha continuato - siamo riusciti a evitare ulteriori tagli - come desideravano alcuni Stati membri - ma questo QFP snello è una pillola difficile da ingoiare. E so che quest'Aula la vede allo stesso modo", ha proseguito la presidente della Commissione.
"Ma dobbiamo fare un passo indietro e guardare da dove veniamo, ha concluso, "prima ancora di iniziare, questo bilancio aveva un buco di circa 70 miliardi di euro a causa della Brexit. La buona notizia è che siamo riusciti a colmare quasi tutto questo divario. Ciò significa che ogni Paese deve pagare di più. Con NextGenerationEU, ora abbiamo una potenza di fuoco finanziaria enorme e senza precedenti. 1,8 trilioni di euro, quasi il 13% del nostro RNL dell'UE a 27. Non dovremmo perdere di vista questo quadro più ampio".