AGI - La cancelliera tedesca Angela Merkel ritiene possibile che il Consiglio europeo possa terminare senza un accordo sul Recovery Fund.
Arrivata nella sede del vertice per la ripresa dei lavori stamattina, Merkel ha affermato che i leader dei 27 hanno "varie posizioni" sull'entità degli aiuti, sulle regole per accedervi e su come applicarle. "Non posso ancora dire se troveremo una soluzione. C'è molta buona volontà, ma potrebbe darsi che oggi non venga raggiunto un risultato", ha detto la cancelliera, che è presidente di turno dell'Ue.
Ieri a tarda sera, il premier Giuseppe Conte non ha nascosto la sua irritazione per l'andamento delle trattative e l'intransigenza mostrata soprattutto dall'olandese Mark Rutte: "L'Europa è sotto ricatto dei Paesi frugali", ha detto Conte. E in mattinata ha aggiunto su Twitter: "Continua il negoziato. Da una parte la stragrande maggioranza dei Paesi - compresi i più grandi Germania, Francia, Spagna, Italia - che difendono le istituzioni europee e il progetto europeo e dall'altra pochi Paesi, detti 'frugali'".
Arrivando al vertice Ue, Macron ha ribadito la necessità di "trovare un buon compromesso nelle prossime ore, e penso che sia ancora possibile". "Ma questi compromessi, lo dirò chiaramente, non saranno raggiunti a prezzo dell'ambizione europea", ha aggiunto. "Non per il principio, ma poiché stiamo affrontando una crisi unica sanitaria, economica e sociale. I nostri paesi ne hanno bisogno e l'unità europea ne ha bisogno". "Per tutti questi motivi - conclude - continueremo a combattere".
Cosa chiedono i Paesi 'frugali'?
I Paesi del Nord chiedono un taglio all'ammontare dei sussidi previsti dal 'Next generation Ue' e pretendono che il via libera allo stanziamento delle risorse sia dato dal consiglio dei capi di Stato e di governo dell'Ue, con voto all'unanimità.
Nel suo intervento nel corso della plenaria, il presidente avverte che darà battaglia ai paradisi fiscali mentre nel pomeriggio ricorda che in ballo c'è anche la discussione del "quadro finanziario pluriennale con i 'rebates'", ovvero gli 'sconti' che interessano ai 'frugali'.
Qual è l'ultima proposta sul tavolo?
Dopo la fumata nera di venerdì, la seconda giornata di colloqui si apre con uno spiraglio di ottimismo, arrivato in mattinata, insieme al (raro) sole bruxellese, e la nuova proposta presentata dal presidente del consiglio europeo Charles Michel. La bozza di 'negotation box' viene discussa in un incontro a sette prima dell'avvio della sessione plenaria. Presenti i principali 'attori' del negoziato: Conte, Rutte, Michel, la cancelliera tedesca Angela Merkel (ritenuta la 'mente' della mediazione), il presidente francese Emmanuel Macron, il collega spagnolo Pedro Sanchez e la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen.
Dagli italiani non c'è un commento ufficiale alla nuova proposta del consiglio che prevede un taglio da 500 a 450 miliardi nell'ammontare dei sussidi e l'approvazione dei piani da parte della Commissione, sottoposta però al vaglio del consiglio che vota con maggioranza qualificata (65% Paesi con 55% della popolazione).
La bozza poi prevede che, in fase di attuazione, prima dell'erogazione delle risorse, vi sia la possibilità per uno Stato di chiedere la riconvocazione del consiglio entro tre giorni per discutere un piano di riforme che sollevi perplessità.
Qual è la posizione dell'Italia
L'Italia dall'inizio trattativa chiede che l'approvazione dei piani sia affidata alla Commissione e non sia sottoposta al veto dei singoli Stati. Anche se in giornata avanza una proposta di mediazione che propone un 'disco verde' a maggioranza qualificata del consiglio (al posto dell'unanimità) in fase di stanziamento delle risorse.
Ma, durante il suo intervento in plenaria, Conte si concentra contro i 'frugali'. Il presidente attacca l'approccio "ben poco costruttivo" con cui alcuni Paesi affrontano la discussione, dimostrando "scarsa consapevolezza sulla crisi epocale che l'Europa sta vivendo e sulla necessità di una pronta ed efficace reazione".
Il premier prende di mira "in particolare con i Paesi che vogliono riservarsi un veto sull'attuazione del budget". "È inaccettabile giuridicamente e politicamente perché - sostiene - altera l'assetto istituzionale europeo". "È una discussione spartiacque, perché da domani dovrà essere affrontata in tutte le sedi europee una riforma organica della politica fiscale europea", aggiunge.
"L'Italia ha deciso di affrontare, di sua iniziativa, un percorso di riforme che le consentano di correre", assicura. Ma, avverte, "pretenderà una seria politica fiscale comune, in modo da affrontare una volta per tutte surplus commerciali e dumping fiscali, per competere ad armi pari".
Prima di una nuova tornata di incontri (dopo la plenaria, Conte rivede Merkel, Sanchez, Michel e ha due colloqui con von der Leyen e uno a tre con l'olandese Rutte), il premier fa un breve aggiornamento in diretta Facebook, in cui riconosce che il negoziato è in una "fase di stallo e che si sta rivelando più complicato del previsto" e invita a "trovare una sintesi" perché è "nell'interesse di tutti".