AGI - Nessun cedimento sull'ammontare del Recovery Fund da 750 miliardi di euro, in asse con Angela Merkel e Emmanuel Macron. E avvio di una trattativa diretta con l'Olanda di Mark Rutte, con la mediazione dei tecnici della commissione, sulla governance del fondo. È la terza giornata di Giuseppe Conte a Bruxelles. Il premier ha avuto contatti con Sergio Mattarella in alcuni passaggi, visto che il presidente del Consiglio ha voluto informare il Capo dello stato dei diversi step del duro confronto in corso al consiglio europeo. Intanto da Roma sono giunte anche parole di sostegno al premier da parte di tutta la maggioranza.
Dario Franceschini e Luigi Di Maio hanno espresso parole di incoraggiamento a Conte, così come Vito Crimi e la segreteria del Pd. Ma anche dell'opposizione 'responsabile', con la capogruppo di Forza Italia, Mariastella Gelmini sono arrivate parole di sostegno: "Conte negli ultimi mesi ha commesso molti errori, nell'affrontare la pandemia e la successiva crisi, nei confronti della nostra parte politica e nei confronti del Parlamento - ha detto Gelmini -, ma, nonostante tutto, Forza Italia, oggi, si sente di sostenere il Paese e chi pro-tempore lo rappresenta in Europa, affrontando una difficile partita". Nessun affondo diretto verso il premier italiano nemmeno dalla Lega e da FdI anche se Matteo Salvini attacca implicitamente il governo sottolineando come l'aiuto all'Italia sia giunto proprio dal sovranista Viktor Orban e non dagli "amici di Conte e del Pd". Mentre, a Bruxelles, la trattativa prosegue a Roma si valutano le ricadute politiche dei risultati del negoziato, col fiato sospeso per la riapertura del mercati finanziati domani.
Quando sono ormai 37 le ore di trattativa, prima dell'avvio della cena dei capi di Stato e di governo, il negoziato è ancora in salita, l'obiettivo è di proseguire a oltranza e ottenere un accordo a Ventisette. Il presidente del Consiglio tiene il punto sull'ammontare del fondo destinato alle economie dei Paesi europei colpiti dal Covid 19.
I fronti del negoziato
Nella trattativa ci sono, da una parte, Italia, Spagna e Portogallo, sostenuti da Francia e Germania, che non vogliono diminuire la somma totale del 'Next generation Ue', nè toccare la ripartizione che, auspicabilmente, non dovrebbe scendere sotto i 400 miliardi di euro di sussidi (e 350 prestiti). Mentre i Paesi 'frugali' non vogliono concedere sussidi oltre 350 miliardi. Mentre si diffonde la voce dell'ipotesi di una mediazione a 375, la trattativa non è in alcun modo chiusa. "Voi avete dubbi perché le risorse finanziare di cui ragioniamo oggi vi sembrano tante", scandisce il premier rivolto ai leader dei Paesi del Nord Europa, nella riunione che si tiene nel primo pomeriggio. "In realtà - aggiunge - è il minimo indispensabile per una reazione minimamente adeguata; se tardiamo la reazione dovremo calcolare il doppio o forse anche di più".
Poi c'è la questione, spinosa, della governance, cioè del meccanismo di approvazione, da parte dell'Ue, dei piani di riforme che ogni Paese deve presentare per aver accesso alle risorse. Conte - viene riferito - è "molto determinato" a non cedere sulla sua posizione di contrarietà all'unanimità pretesa dai Paesi cosiddetti 'frugali', Olanda, Svezia, Danimarca, Austria, ai quali si e' aggiunta la Finlandia.
Qui, il premier ha avviato una trattativa diretta con l'Olanda per arrivare a una mediazione con la proposta italiana, che prevede il via libera da parte della commissione con il benestare della maggioranza qualificata del consiglio. "Vi state illudendo che la partita non vi riguardi o vi riguarda solo in parte", ammonisce, nel corso della riunione, rivolgendosi direttamente a Rutte. "In realtà, se lasciamo che il mercato unico venga distrutto tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso una adeguata ed efficace reazione europea".