AGI - La Corte di giustizia europea ha annullato un accordo cruciale per il trasferimento di dati tra Europa e Stati Uniti, assestando potenzialmente un duro colpo al business delle grandi aziende tecnologiche.
I giudici hanno invalidato l'accordo, noto come "Privacy Shield", sostenendo che non fornisce ai cittadini europei sufficienti garanzie contro le leggi statunitensi in materia di sorveglianza e sicurezza della privacy.
Secondo la Corte, "ai sensi del regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr) il trasferimento dei suddetti dati verso un Paese terzo può avvenire, in linea di principio, solo se il Paese terzo considerato garantisce a tali dati un adeguato livello di protezione", si legge nella decisione dei giudici.
Una sentenza, quella dell'istanza con sede a Lussemburgo, arrivata a sorpresa e che di fatto annulla un accordo di trasferimento dati ampiamente utilizzato dall'Ue e dagli Stati Uniti.
L'annullamento del "Privacy Shield" è una vittoria per gli attivisti della privacy che da tempo accusano gli Stati Uniti di pratiche invasive di sorveglianza inammissibili da applicare anche sui cittadini europei.
La decisione dei giudici potrebbe creare diversi problemi alle multinazionali americane e europee che proprio sul trasferimento di questi dati, e sul loro utilizzo, fondano buona parte del loro business. La sentenza, ad esempio, potrebbe costringere società come Facebook, Apple o Google a dover ripensare la propria strategia industriale o ad affrontare costi notevoli per la creazione di centri per la raccolta dati in Europa.