AGI - L'Isis risponde all'Italia: la droga sequestrata a inizio mese al porto di Salerno "fa parte del commercio illegale di droga tra il regime siriano e l'Occidente. E probabilmente ci sono le pressioni della mafia". Le accuse che le sostanze stupefacenti servano a finanziare la jihad, per l'organizzazione terroristica siriana "sono menzogne volute dall'Italia per coprire il commercio internazionale di droga tra il regime siriano e l'Occidente crociato". È quanto viene riportato a pagina tre della rivista Al Nabaa, principale organo d'informazione jihadista, ripresa da alcuni siti locali siriani.
"Più della quantità annunciata del sequestro stupisce il fatto che sia associata all'Isis. Sono stati sufficienti pochi dettagli, nonostante la massima diffusione della notizia, per dimostrare la falsità riportata. È evidente che le autorità italiane abbiano voluto coprire qualcuno di importante coinvolto nel caso oppure sono state le pressioni della mafia a produrre una simile accusa", si legge sulla rivista dell'Isis.
Il primo luglio scorso sono state sequestrate quattordici tonnellate di amfetamine, circa 84 milioni di pasticche con il logo 'Captagon', nota come "la droga dell'Isis" o "la droga della Jihad". È stato il più grande sequestro a livello mondiale di questo tipo di sostanze messo a segno nel porto di Salerno dal Gico (Gruppo investigazione criminalita' organizzata) della Guardia di finanza di Napoli in esecuzione di un decreto di perquisizione emesso dalla procura di Napoli - Direzione distrettuale antimafia, al termine di lunghe e complesse indagini su un'organizzazione con proiezioni internazionali.
La droga - per un valore di mercato di oltre un miliardo di euro - era nascosta in cilindri di carta per uso industriale all'interno di tre container contenenti anche macchinari.