La mitica guglia della cattedrale Notre-Dame sarà ricostruita identica a quella distrutta dal devastante incendio del 15 aprile 2019, o meglio nel rispetto dello “spirito e dello stile originale”. Lo ha annunciato su France Inter il neo ministro della Cultura, Roselyne Bachelot, nel giorno in cui l’apposita commissione consultiva renderà noto il suo parere sulla questione a lungo dibattuta della ricostruzione della celebre guglia, simbolo del monumento più visitato di Francia.
“E’ emerso un ampio consenso, quasi unanime, sia nell’opinione pubblica che tra esperti e dirigenti, per una ricostruzione identica. Alla fine sarà il presidente della Repubblica a decidere, in quella direzione” ha aggiunto Bachelot, precisando che “esattamente identico sarà difficile, quanto piuttosto identico allo spirito originale”.
In passato il capo dello Stato aveva evocato una possibile influenza architetturale contemporanea nel progetto di ricostruzione, poi esclusa da tecnici ed esperti che hanno valutato lo stato delle volte e dei pilastri della cattedrale. “Ora è stato sciolto un nodo a lungo dibattuto, anche sui media. C’è stata quasi unanimità per una versione identica” ha confermato anche Brigitte Kuster, presidente della missione di informazione incaricata del monitoraggio del cantiere.
L’insediamento di un nuovo governo corrisponde anche con un primo bilancio su uno dei cantieri più importanti e simbolici della presidenza di Emmanuel Macron, che aveva promessa una ricostruzione della cattedrale in 5 anni. I lavori sono stati più volte rallentati e bloccati, prima a causa della contaminazione col piombo dell’edificio e della zona circostante, poi dalla pandemia di Covid-19. Esecutivo e Parlamento sono tuttavia ottimisti sul rispetto dei tempi prestabiliti: secondo il sito d’informazione Rfi, Notre-Dame sarà messa fuori pericolo entro fine 2020 e la riapertura avverrà come previsto nel 2024.
E’ in netto aumento la spesa della prima fase del cantiere, passata da 85 milioni di euro, stimati durante l’estate 2019, ai 165 milioni valutati ora dall’ente che gestisce i conti pubblici, come riferito dalla stessa Kuster. Un aumento in linea con le donazioni già ricevute – 190 milioni di euro –, tuttavia inferiori di molto rispetto agli 833 milioni promessi da più parti.