AGI - Il fronte sud si compatta in vista del vertice dei leader europei del 17 e 18 luglio e si prepara a dare battaglia nella trattativa sul Recovery Fund proposto dalla Commissione. I due leader socialisti di Spagna e Portogallo, Pedro Sanchez e Antonio Costa si sono visti a Lisbona, pronti a fare asse con Roma per rinsaldare la posizione del blocco meridionale nel braccio di ferro con i quattro paesi ‘frugali’ che continuano a chiedere nuove condizionalità legate al Fondo per la ripresa dell’economia europea devastata dalla crisi del coronavirus. Un asse sostenuto anche dalla Francia e dalla Germania, con Angela Merkel che intende fare di tutto per portare a casa l'intesa entro l'estate come primo obiettivo del semestre di presidenza tedesca dell'Unione.
Nei giardini del palazzo di São Bento, sede del governo portoghese, Sánchez e Costa hanno chiarito che le nazioni del sud non accetteranno "nuove condizioni" rispetto a quelle già proposte dalla proposta della Commissione europea. Nelle prossime ore il premier Giuseppe Conte vedrà entrambi i capi di governo di Lisbona e Madrid, mentre Sanchez la prossima settimana volerà in Olanda e Svezia per cercare di strappare condizioni più morbide ai due dei paesi più resistenti all'accordo.
Lisbona e Madrid respingono le richieste di maggiori condizionalità avanzate dai frugali: "La condizionalità è quella già indicata dalla Commissione,legata alla transizione ecologica, al capitale umano. Questo non è il momento di mescolarlo con altre politiche”, ha detto Sánchez. “La commissione non propone un assegno in bianco o una nuova troika. Possiamo fare le riforme, ma ogni paese deve presentare obiettivi, creare nuove condizionalità non ha senso”, ha aggiunto Costa, secondo cui "la proposta della Commissione europea è intelligente, equa ed equilibrata".
Sanchez e Costa hanno difeso anche la dimensione della risposta europea alla crisi contenuta nel piano von der Leyen, “che deve essere di almeno 750 miliardi” e hanno ribadito che i finanziamenti “devono avere un ampio orizzonte di temporalità. Sarà un negoziato difficile ma luglio deve essere il mese dell'accordo”, ha detto lo spagnolo replicando all’attendismo dei nordici, in particolare del primo ministro olandese, Mark Rutte, secondo cui non c’è fretta per chiudere l’intesa. Lo stesso Rutte incontrerà in serata il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che sta continuando il suo giro di colloqui con i leader europei prima di mettere sul tavolo la proposta che sarà discussa al summit del 17 luglio. Il negoziato resta difficile: i paesi del sud e i frugali restano distanti sulla dimensioni e la distribuzione del fondo tra trasferimenti e prestiti, le scadenze (due o quattro anni) e le condizionalità.
Sul tavolo della riunione tra Sanchez e Costa anche la trattativa per la nomina della ministra spagnola dell’Economia, Nadia Calviño a capo dell'Eurogruppo, a tre giorni dalla riunione che dovrà decidere il successore di Mario Centeno alla guida dei ministri economici dell’area euro. Costa ha dato il sostegno del Portogallo alla candidata spagnola e Sánchez si è detto "ragionevolmente ottimista per la risposta non solo dai paesi progressisti ma anche da altri governati dal PPE”.