AGI - Dopo gli insulti alla sua famiglia, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, preannuncia la morsa sui social media: vuole evitare - ha spiegato - manifestazioni di odio come quelle che hanno preso a bersaglio il più piccolo dei suoi nipoti, il quarto figlio della sua primogenita Esra e del genero, Berat Albayrak, ministro delle Finanze. "Dobbiamo mettere ordine, queste piattaforme non si adattano a questo Paese e alla nostra gente. Non si possono lasciare impuniti attacchi vigliacchi e cattivi che alcuni riescono a compiere addirittura per la nascita di un bambino", ha detto Erdogan, che ha proseguito: "Bugie, calunnie, attacchi personali e rivolti alle famiglie, minacce di morte: è obbligatorio per noi intervenire per eliminare certi atteggiamenti e controllarli. Si tratta di reati che non devono rimanere impuniti. Ed è per questo che porteremo rapidamente la questione in Parlamento, perchè vogliamo che questi canali siano completamente chiusi o controllate".
E ha evocato in particolare una misura che imponga ai giganti del web di avere una rappresentanza legale in Turchia, in modo da esporli a multe e costringerli a obbedire alle decisioni dei tribunali turchi. L'annuncio è arrivato lo stesso giorno dell'arresto di 11 persone accusate di aver rivolto insulti, minacce di morte e parole di odio sui social contro la figlia primogenita e il marito che avevano annunciato la nascita del quarto figlio. "YouTube, Netflix, Twitter. Capite ora perchè mi oppongo ai social network come questi? E' per porre fine a questa immoralità", ha tuonato ancora Erdogan. Il governo turco aveva già preannunciato di voler introdurre misure per tenere sotto controllo i giganti del web. Le reti sono attentamente monitorate in Turchia e numerosi processi per "insulto al capo dello Stato" o "propaganda terroristica" si basano esclusivamente su tweet.
Secondo uno studio dell'università turca Bilgi, tra il 2014 e il 2019, il governo turco ha ordinato la chiusura di circa 27 mila account di social media e quasi 246 mila pagine web. E quando, nei giorni scorsi, durante una discussione online con alcuni giovani trasmessa su YouTube, Erdogan ha dovuto affrontare una valanga di critiche di chi sosteneva che non lo avrebbe votato, la presidenza ha prontamente oscurato lo spazio per i commenti. L'ostilità di Erdogan nei confronti dei social media risale a quando Twitter e Facebook vennero utilizzati per organizzare le manifestazioni di protesta antigovernativa nel 2013. A gennaio, è invece tornata visibile Wikipedia: quasi tre anni fa, il governo l'aveva oscurata perchè non era riuscito a far rimuovere allussioni al sostegno della Turchia alle milizie jihadiste dell'Isis in Siria. Ma la Corte costituzionale ha ritenuto illegittimo il blocco del sito.