AGI - Non ci sarà nessuna annessione di parti della Cisgiordania oggi, non c'è ancora accordo con l'amministrazione Usa. Lo ha riferito il ministro per la Cooperazione regionale Ofir Akunis, un fedelissimo del premier in un'intervista alla Radio dell'Esercito, rinviando l'iniziativa unilaterale più avanti questo mese, non prima però che sia arrivato l'ok da Washington.
"Il coordinamento con gli americani non è qualcosa che può essere ignorato", ha sottolineato. Intanto, i vertici militari hanno deciso di inviare una brigata di rinforzo in Cisgiordania dopo che sono state scoperte delle brecce nella barriera di sicurezza. Alla luce delle tensioni per la prevista annessione israeliana di parte della Cisgiordania, il cui iter era stato annunciato dal governo a partire da oggi, le forze armate e l'intelligence si riuniranno per valutare l'evolversi della situazione.
Ad Ashkelon, il sindaco Tomer Glam ha già deciso di aprire i rifugi pubblici nel timore di un'escalation di violenze e una ripresa del lancio di razzi dalla Striscia di Gaza. Hamas, che governa l'enclave palestinese, ha indetto una "giornata della rabbia" per protestare contro la prevista estensione della sovranità israeliana sulle colonie nei Territori occupati. "La resistenza rovescerà il piano del nostro nemico per dividere la nostra patria", ha affermato il portavoce di Hamas, Hazim Qasim.
Oggi migliaia di palestinesi hanno accolto l'appello di Hamas a scendere in piazza nella Striscia di Gaza e manifestare contro i piani di annessione israeliani. Il Movimento di resistenza islamico, che governa l'enclave palestinese, ha indetto una 'giornata della rabbia' contro l'intenzione manifestata dallo Stato ebraico di estendere la sovranità sulle colonie e la Valle del Giordano. All'iniziativa hanno preso parte, insieme al leader di Hamas Yanya Sinwar, anche i leader delle principali fazioni della Striscia, compresa la Jihad Islamica e il Fronte popolare per la liberazione della Palestina.
"La resistenza vanificherà il piano del nostro nemico per dividere la nostra patria", ha affermato il portavoce di Hamas, Hazim Qasim. I manifestanti si sono diretti verso il mare, tenendosi lontani dalla barriera di separazione al confine con Israele, teatro negli ultimi due anni di sanguinosi scontri con i soldati con la stella di David, costati la vita a quasi 300 palestinesi mentre in 16 mila sono rimasti feriti.
Anche Amnesty International ha esortato Israele ad abbandonare i piani di annessione di parte della Cisgiordania "che violano le leggi internazionali e aggravano decenni di sistematiche violazioni dei diritti umani contro i palestinesi".
L'organizzazione umanitaria si è rivolta anche alla comunità internazionale, chiedendo di combattere con decisione le previste iniziative israeliane di estensione della sovranità e gli insediamenti illegali nei Territori occupati palestinesi. "Il diritto internazionale è chiarissimo su questa materia, l'annessione è illegale. Il continuo perseguimento da parte di Israele di questa politica illustra ulteriormente il suo cinico disprezzo per il diritto internazionale. Tali politiche non cambiano lo status giuridico del territorio ai sensi del diritto internazionale e dei suoi abitanti come occupati né rimuovono le responsabilità di Israele come potenza occupante - piuttosto indicano la 'legge della giungla' che oggi non dovrebbe avere un posto nel nostro mondo", ha sottolineato Saleh Higazi, vicedirettore Nord Africa e Medio Oriente per Amnesty.