AGI - Un piano per la ripresa dell'economia da 5 miliardi di sterline (ossia circa 5,5 miliardi di euro) ispirandosi al "New Deal" di Roosevelt. Lo ha annunciato il premier britannico Boris Johnson, spiegando che il piano è volto a "rimettere in moto" la Gran Bretagna così duramente colpita dalla pandemia da coronavirus. Al grido di "costruire, costruire, costruire", BoJo ha annunciato che il governo da lui guidato intende "utilizzare questa crisi per risolvere le grandi sfide irrisolte di questo Paese".
Da lì i 5 miliardi da mettere subito sul piatto, come ha spiegato il primo ministro parlando a Dudley, mentre complessivamente saranno investiti 12 miliardi di sterline (13,1 miliardi di euro) nell'arco di otto anni nella creazione di nuovo spazio abitabile, investendo in particolare nella costruzione e nel risanamento di ospedali, strade e scuole.
Dei 5 miliardi 'immediati' (Johnson l'ha chiamato un programma "radicale" di svolta), 1.500 milioni di sterline sono destinati agli ospedali, oltre 1000 milioni di sterline vanno ad un programma decennale di riqualificazione ed estensione degli edifici scolastici e 100 milioni di sterline vanno a progetti stradali.
Stando alle stime del governo, l'impatto del coronavirus sull'economia britannica è stato durissimo: nei primi tre mesi dell'anno il Pil è caduto del 2,2%, superando in negativo le attese, che si attestavano al 2%. Si tratta del calo peggior dai tempi della crisi finanziaria del 2008 e 2009.
Tuttavia, si tratta di un cedimento in media minore di quello registrato nell'Eurozona, che nel primo trimestre lascia sul terreno il 3,6%. "Molti hanno paura che vi possano essere nuovi focolai di coronavirus", ha detto ancora Johnson. "Ma non possiamo continuare ad essere solo prigionieri di questa crisi", ha aggiunto. Il Regno Unito deve, appunto, "costruire, costruire, costruire", insiste BoJo.
"Se la crisi del Covid ci ha insegnato qualcosa è che questo Paese dev'essere pronto a quel che verrà e deve mettere in campo un'energia e una rapidità d'azione di cui non avevamo più bisogno da generazioni". Pertanto, ora si tratta di affrontare problemi "che frenano il Paese da anni".
È lo stesso BoJo ad ammettere che "la Gran Bretagna e' meno produttiva di altri" e che nonostante Londra sia ancora "la capitale del mondo", molte altre parti del Paese "si sentono tagliate fuori e poco amate". Johnson già lunedi' aveva fatto riferimento al "New Deal" di Franklin Delano Roosevelt.
"Noi costruiremo gli ospedali, le scuole, le università. Ma costruiremo anche in modo più 'verde' e costruiremo una Gran Bretagna più bella", ha sottolineato il premier facendo intendere che sul modello del piano che l'allora presidente americano lanciò negli anni Trenta come risposta alla Grande Depressione, anche lui punta ad una spesa pubblica volta soprattutto a creare lavoro. Mostra di non avere dubbi, Johnson: "Sì, suona come una prodigiosa spesa d'intervento governativo, suona come un New Deal ed è così che intendevo suonasse".