AGI - Dalle 7 seggi aperti per gli elettori polacchi chiamati a eleggere il presidente. Un voto cruciale per il futuro del governo uscente ultraconservatore e nazionalista ma anche per gli equilibri dell'Ue. Le elezioni, seguite da vicino sia da Bruxelles che da Washington, appaiono di esito incerto. Si vota fino alle 21 e, nel contesto della pandemia di Covid-19, è possibile farlo anche per posta.
Se i candidati sono 11, sostanzialmente la partita elettorale si gioca fra tre aspiranti e in base agli ultimi sondaggi si profila un ballottaggio: in testa, seppure sempre più criticato, il presidente uscente che punta a un secondo mandato, il 47enne Andrzej Duda, del partito conservatore Legge e giustizia (PiS), seguito dal sindaco di Varsavia, il candidato dell’opposizione progressista Rafał Trzaskowski (48 anni) della Coalizione civica (Ko).
Due mesi fa Duda godeva di oltre il 50% dei consensi ma a causa dell’emergenza sanitaria e delle sue conseguenze socio-economiche, oggi è fermo al 40-45% delle preferenze. Un calo di popolarità dovuto anche alla scelta della Coalizione civica di cambiare candidato, puntando sulla figura di Trzaskowski, apprezzato dal 30-35% degli aventi diritto. Il terzo tra i più quotati – tra il 15 e il 19% dei consensi – è il 43enne Szymon Holownia, che si definisce cattolico indipendente.
Gli altri otto non dovrebbero partecipare a un eventuale ballottaggio - previsto per il 12 luglio – anche se fanno parlare di sé, come il 43enne del Partito popolare agricolo, Wladyslaw Kosiniak-Kamysz, Waldemar Witkowski (66 anni) dell’Unione del lavoro, Krysztof Bosak di estrema destra e il giornalista Szymon Holownia.
Duda, fresco di visita alla Casa Bianca, anche se non ha ottenuto quanto sperato per il Paese, in particolare nel settore militare, è sostenuto dal presidente Donald Trump, che lo ha complimento per il suo “lavoro notevole”.
Dall’inizio della pandemia di coronavirus – che ha fatto slittare le presidenziali inizialmente convocate lo scorso 10 maggio, in un 'voto fantasma' – Duda è stato il primo leader straniero a recarsi negli Stati Uniti, mosso anche dalla speranza di guadagnare consensi in patria tra i cittadini più populisti. Al contrario il presidente uscente polacco, avvocato di professione, non gode del consenso di molti partner dell’Unione europea, critici a riguardo delle riforme del governo populista al potere a Varsavia, in particolare quella giudiziaria che, secondo Bruxelles, lede la democrazia, a soli 30 anni dalla caduta del comunismo.